Sola e depressa, madre di tre figli si uccide

CURTAROLO. Consumata dall'amore e dalla dedizione ai suoi figli, si toglie la vita all'interno della sua abitazione. Ci sarebbe questo sentimento - travagliato e angosciante - all'origine del dramma familiare accaduto lunedì pomeriggio a Curtarolo: una madre di 48 anni ha deciso di farla finita, lasciando un biglietto di poche righe in cui ha chiarito di essere stata lei stessa a decidere di spezzare la sua esistenza per sempre.
Non una parola di più per spiegare il tragico gesto; da quello che è emerso durante le indagini dei carabinieri della stazione di Piazzola sul Brenta, la motivazione sarebbe da ricercare in un contesto familiare che si è via via esasperato, con la vittima che si è fatta carico fino a quando ha potuto resistere dell'assistenza costante dei suoi figli.
Ad essere rimasti senza la loro mamma sono in tre: un ventenne, che lavora, la sorella di un anno più giovane, costretta su una sedia a rotelle per una grave forma di disabilità, e il fratellino più piccolo, che frequenta le medie e che soffre di una forma di autismo. Il gesto estremo è stato compiuto tra mezzogiorno e mezzo e le 19 di lunedì, quando la mamma si è recata in camera e da quella stanza non è più uscita.
Ha atteso di essere sola e si è abbandonata nel vuoto, dopo aver fissato una corda al lampadario della sua stanza. Il figlio più grande, al rientro dal lavoro verso le 19, ha iniziato a cercarla e a chiamarla, senza ricevere alcuna risposta. Angosciato, si è diretto nella camera della mamma e si è trovato di fronte al dramma: la donna non respirava più, inutili sono stati i tentativi per rianimarla.
Sul petto aveva deciso di appuntarsi l'ultimo, discreto, messaggio d'addio scritto di suo pugno: «È un suicidio, chiamate i carabinieri».
I militari del luogotenente Pietro Ligorio sono intervenuti subito sul posto, hanno verificato la compatibilità della grafia e hanno quindi accertato che si trattava effettivamente di un suicidio. Pare che già da qualche tempo la vittima dovesse fare i conti con un malessere che le impediva di affrontare la vita e le sue traversie.
Una depressione che l'avrebbe, giorno dopo giorno, consumata lentamente. Il sindaco di Curtarolo, Fernando Zaramella, prova a trovare una spiegazione a una vicenda che ha scosso l'intera comunità, che mette insieme le virtù della donna con la fatica per una madre di far crescere dei figli: «È una mamma che si è consumata nell'assistere i figli», ne è certo il primo cittadino. «Era una donna di una bontà incredibile. La nostra era una conoscenza che durava da tempo. La conoscevo da una vita, dagli anni in cui rivestivo l'incarico di rappresentante dei genitori all'asilo. Quando ero in municipio, mi capitava spesso di vederla attraversare la piazza per andare a prendere il più piccolo dei suoi figli alle scuole medie». La data del funerale, in attesa del completamento degli accertamenti previsti per legge e del susseguente nullaosta del magistrato, deve ancora essere fissata.
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