Soldi e proprietà nei paradisi fiscali i coniugi Pilotto dal carcere ai domiciliari
CAMPOSAMPIERO. Dopo quasi quattro mesi in carcere (lui a Padova, lei a Venezia), sono arrivati gli arresti domiciliari per gli immobiliaristi Plinio Pilotto, 60 anni, e la moglie Arlette Zampieron, 56, sospettati di essere i burattinai di una sistema che convogliava nei paradisi fiscali fiumi di soldi mentre venivano trasferiti nella proprietà di società maltesi gli immobili venduti sia nel Padovano che nella Castellana. Ma gli aspiranti acquirenti non sono mai entrati in possesso di quelle case nonostante il versamento di sostanziosi anticipi. Marito e moglie si sono trasferiti ai domiciliari in un’abitazione di Loria (Treviso): il provvedimento è stato firmato dal gip padovano Mariella Fino che ha accolto parzialmente la richiesta dei difensori (i penalisti Davide Druda e Gianni Morrone). Tutti e due fuori dal carcere ma libertà di movimento ancora limitata. Le accuse sono di bancarotta fraudolenta (in seguito al fallimento di Zenith Immobiliare srl) e di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. I coniugi erano titolari di agenzie immobiliari del Trevigiano, CasAssieme con sede a Castello di Godego in via Alberon 9 e Zampieron Group, con sede sempre nello stesso ufficio godigese, e a Riese Pio X in via Kennedy 50. Agenzie nelle quali lavoravanogli altri indagati, tra cui il figlio Alessio Pilotto, 30 anni, e il fratellastro (figlio di Arlette) Valerio Vitali, 35, il genero di Plinio, Bruno Zampieron, 53 anni, con i prestanome Giorgio Balzo, 58, e F. Z., 49. Soltanto l’Erario vanta un credito di 624.758,75 euro di tasse evase da Azimut Project Re, un geie ovvero un gruppo europeo di interesse economico, strumento giuridico che consente a imprese europee di partecipare a operazioni comuni. Tramite il geie Azimut e il geie Europa Construction Consortium è stata trasferita nel paradiso fiscale di Malta la proprietà di 19 appartamenti del complesso “residenze castellane” costruite a Castelfranco in via Piave 28 e altri immobili, sotto sequestro. Per l’acquisto di un appartamento in quel residence E.D., 35enne castellano, ha versato una caparra di 30 mila euro, mai restituita. «Mi sono fidato... I primi contatti li avevo avuto con Alessio Pilotto presentatomi da un’agenzia di Castelfranco. Siamo andati a visitare la casa e lì ho incontrato Valerio Vitali, ex compagno di scuola» racconta, «Qualche giorno prima del rogito, il notaio mi ha chiamato: non c’era da fidarsi perché risultavano alcune ipoteche. Ho chiesto la rescissione del contratto, ma i soldi li sto ancora aspettando. Due giorni prima dell’arresto Plinio Pilotto mi disse: “Non devi più chiamarmi, sto lavorando per te”». —
Cristina Genesin
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