Sono in arrivo trenta rifugiati politici

Saranno accolti a Este, Ospedaletto e Baone in base al bando Sprar, ma non ci saranno altri profughi di prima accoglienza
Di Nicola Cesaro

ESTE. Este, Baone e Ospedaletto Euganeo si votano "all'accoglienza 2.0". I tre Comuni hanno infatti aderito al bando Sprar, acronimo che sta per Sistema di protezione per i richiedenti asilo. Il bando in questione consente ai Comuni di rendersi disponibili ad accogliere quei profughi che hanno superato la verifica della commissione territoriale e sono stati ufficialmente riconosciuti come "rifugiati politici". Uomini e donne, cioè, per cui è certificata la fuga dal Paese d'origine per cause di vera forza maggiore, come la guerra o la devastazione. Si tratta dunque di un'accoglienza di secondo livello, che offre ai rifugiati una serie di iniziative concrete per accelerare il processo di integrazione in Italia: di fatto è un percorso di accoglienza proprio per chi vuole stabilirsi in questa nazione o comunque in Europa. «Questi migranti vivranno in appartamenti, in coabitazione ma non in grandi nuclei, e saranno protagonisti di inserimenti lavorativi grazie a borse di lavoro o stage» spiega Silvia Ruzzon, assessore al Sociale ad Este «Ci saranno poi corsi di lingua e attività con associazioni del territorio». Il bando prevede l'arrivo ad Este di 30 rifugiati e vede i Comuni collaborare con due cooperative, Villaggio Globale e Coges. Numerose associazioni di categoria e di volontariato, oltre a realtà attive nel territorio (come il Centro Veneto Progetti Donna), hanno poi dato disponibilità a lavorare in questo progetto. «C'è un aspetto fondamentale legato allo Sprar» sottolinea il sindaco Giancarlo Piva «La circolare ministeriale del capo dipartimento Morcone dice chiaramente che i Comuni impegnati nello Sprar non saranno più considerati per la prima accoglienza». Tradotto: oltre ai 130 profughi sparsi oggi tra Rivadolmo, Manfredini, centro storico ed ex convento dei Giuseppini, nei tre Comuni arriveranno solo i trenta rifugiati del progetto Sprar. In caso di eventuali emergenze, di certo non saranno destinati altri profughi a questi tre territori comunali. «Abbiamo aderito allo Sprar senza conoscere questa direttiva, arrivata il 27 gennaio, e non a caso ora altri Comuni chiedono di essere inseriti nel progetto. Non lo riteniamo giusto: va premiata la lungimiranza di chi ha trovato da subito l'intesa». L'iniziativa calata su Este durerà venti mesi e richiederà una spesa di 820 mila euro, somma che uscirà solo in minima parte dalle casse dei tre Comuni.

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