Sorpresa a Vigonza, a due passi dalla piazza spuntano i resti di un tempietto di oltre 2 mila anni fa

La scoperta di un sacello risalente al I secolo avanti Cristo consente di retrodatare di un millennio la fondazione dell’abitato 
POLETTO - FOTOPIRAN - VIGONZA - SCAVO ARCHEOLOGICO foto area sacello
POLETTO - FOTOPIRAN - VIGONZA - SCAVO ARCHEOLOGICO foto area sacello

VIGONZA. Il ritrovamento delle fondamenta di un edificio di epoca romana con pianta a “T”, interpretato come un sacello, e di un pozzo a 8 lati venuti alla luce durante gli scavi per il restauro del Borgo Rurale riporta la storia di Vigonza indietro di un millennio.

La proietta in un’altra situazione, quella di una località che era in sicurezza dalle acque, snodo tra Treviso e Venezia perché al limitare del Graticolato romano. Probabilmente era anche un luogo di culto e di ritrovo. Sacello e pozzo ottagonale sono stati ritrovati nell’area retrostante il Borgo Rurale tra il 2015 è il 2017, sono poi seguite operazioni di catalogazione dei reperti.

POLETTO - FOTOPIRAN - VIGONZA - SCAVO ARCHEOLOGICO ricostruzione grafica del sacello
POLETTO - FOTOPIRAN - VIGONZA - SCAVO ARCHEOLOGICO ricostruzione grafica del sacello


Le fondamenta sono state messe in sicurezza in loco, purtroppo non visibili. Da studi effettuati il sacello risale al primo secolo avanti Cristo, dunque antecedente di un migliaio di anni all’Antico Convento di Santa Margherita, che risale al 1000 e le cui fondamenta, ora ricoperte, si trovano accanto alla canonica di Vigonza.

Un aspetto singolare è che il sacello è molto simile a quello scoperto in Tunisia. A questi ritrovamenti si aggiungono i risultati di un altro scavo, in via Tintoretto. Qui si sono scoperte le tracce di un piccolo corso d’acqua, sepolto dai depositi del Brenta già durante la prima età del ferro, oltre a una fornace e a canalizzazioni agrarie riferite probabilmente alla costruzione del complesso monastico di Santa Margherita.

Un gruppo di lavoro interdisciplinare ha raccolto e analizzato dati archeologici e paleoambientali, abbozzando per la prima volta il quadro storico di una porzione di territorio, ai margini della Centuriazione romana di Padova nord-est, finora quasi del tutto sconosciuta ma che cambia la storia di Vigonza.

L’occasione per portare a conoscenza i ritrovamenti è stata la pubblicazione del volume “Vigonza, dal sacello romano all’insediamento medievale – archeologia ai margini della centuriazione di Padova nord– est” a cura di Matteo Frassine, funzionario archeologo della Soprintendenza per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso. Alla presentazione di studi e volume, venerdì sera, il Soprintendente all’Archeologia Fabrizio Magani, Il sindaco Innocente Marangon, l’ex sindaco Nunzio Tacchetto che molto si è speso per quest’operazione di recupero, l’assessore alla Cultura Greta Mazzaro. Per celebrare il patrimonio storico-culturale di Vigonza il Comune ha organizzato altri tre eventi: il 28 febbraio alle 20. 30 al Teatro Quirino De Giorgio la presentazione del libro “Quirino De Giorgio: an architet’s legacy” di Michel Carlana, Luca Mezzalira e Curzio Pentimalli. Il 3 aprile dalle 19 alle 24 “La notte degli archivi”, omaggio a Luigina Tromben, la compagna di De Giorgio che ha salvato l’intera opera dell’architetto. Il 3 maggio decima Giornata nazionale degli archivi di architettura, esposizione di materiali e documenti e visite guidate al Borgo di Vigonza. –
 

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