Squali killer, turista padovana testimone
Il primo attacco messo sotto silenzio, ma la signora aveva già deciso di evitare le nuotate dopo aver raccolto in hotel alcune indiscrezioni

SHARM EL SHEIK. Uno degli squali catturati nel mar Rosso
Ci sono anche turisti padovani a Sharm El Sheik dove ora, dopo l'attacco degli squali killer, si prende solo il sole. Anzi qualcuno fra loro aveva già deciso quasi una settimana fa di non mettere più i piedi in acqua, come Maria Pia S., signora padovana arrivata all'hotel Coral Bay domenica 5 dicembre. Splendide le prime tre giornate trascorse tra sabbia bianchissima e acque cristalline. Mercoledì mattina il primo allarme: mentre nuotava, una turista russa è aggredita da uno squalo che le aveva staccato un braccio e una gamba. Maria Pia spedisce un sms ai figli che vivono pure a Padova, ma in Italia (e in Europa) la notizia non si è ancora diffusa nonostante fossero state esposte lungo il litorale di Sharm delle bandierine rosse. «Squalo, squalo...» aveva sussurrato un bagnino alla signora, piuttosto incuriosita. L'indomani il secondo attacco contro tre bagnanti russi. Maria Pia S. non si muove dal suo proposito: basta nuotate, meglio dedicarsi all'abbronzatura. Intanto il Ministero dell'Ambiente egiziano proibisce la balneazione. Venerdì l'annuncio: catturati i pescecani assassini. Il pericolo sembra scongiurato. Ma a Maria Pia arriva l'indiscrezione: nella loro pancia non sono stati trovati resti umani. Così lei continua a evitare il mare, nonostante la sospensione del divieto di balneazione. Sembra la replica del film di Spielberg «Lo squalo»: per difendere l'economia locale si grida allo scampato pericolo e al «tutto risolto». Non è vero. Domenica lo squalo assassino uccide la turista tedesca. Maria Pia S., ferma nel suo sciopero del bagno, finisce la vacanza e torna a Padova. Poche nuotate, tanto sole. Ma è sana e salva.
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