Stipendiopoli a Cittadella: la Procura chiede ai dirigenti di restituire mezzo milione

L'accusa per i dirigenti comunali di Cittadella è di avere fatto lievitare la loro paga a colpi di delibere. Il verdetto è atteso a luglio, mentre per tre revisori i reati sono ormai prescritti
BELLUCO.MUNICIPIO CITTADELLA
BELLUCO.MUNICIPIO CITTADELLA

CITTADELLA. Stipendi “gonfiati” dei dirigenti comunali, tre posizioni su dieci finiscono in prescrizione e il giudice si prende 120 giorni per decidere. In un’udienza fiume, ieri, dalle 9.30 alle 13.30, il viceprocuratore Antonio Mingarelli si è presentato davanti al Presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per il Veneto chiedendo un conto salato, quasi mezzo milione di euro, che ritornerebbero al Comune di Cittadella e di cui avrebbero dovuto rispondere Ivano Bardella, Giovanni Gallio, Floriano Ballotto, Francesco D’Agostino, Nico Prai, Claudio Dalla Valle, Claudio Sgarbossa, Paolo Toffanello, Silvio Bevilacqua e Michele Fante. Ma ieri per Prai, Dalla Valle e Sgarbossa è scattata la prescrizione.

L’avvocato Pierfrancesco Zen assiste Prai e Dalla Valle: «La Procura ha accolto l’eccezione di prescrizione per i tre revisori del 2003 ritirando di fatto l’accusa. Per gli altri, la causa è stata trattenuta in decisione, non servono altre indagini, il giudice ha gli atti e su questi deciderà». Il caso è noto: il fondo salario accessorio “molto più alto del consentito” a favore di alcuni dirigenti. Nel mirino due delibere di giunta, una del luglio 2003, sindaco era Massimo Bitonci; qui il danno risarcibile, secondo Mingarelli, è di 106.655,59 euro; il risarcimento ricadrebbe sul segretario del tempo, D’Agostino, e sul ragioniere comunale Gallio; non c’è più alcun problema, invece, per i revisori dei conti Prai, Dalla Valle e Sgarbossa; responsabile sarebbe anche Bardella, allora dirigente del personale. Altro

problema la delibera di Giunta 483 del 2006: qui il danno risarcibile secondo la magistratura contabile sarebbe di 385.528,93 euro. Anche in questo caso sono stati chiamati in causa Bardella, D’Agostino e Gallio, oltre ai revisori Toffanello, Bevilacqua e Fante; e pure Ballotto, «in quanto beneficiario degli aumenti ingiustificati delle retribuzioni di posizione e di risultato».

D’Agostino ha preso posizione: «Perché tutte le Corti dei Conti in Italia, in materie simili, hanno considerato responsabili quasi unicamente le Giunte municipali escludendo i dirigenti mentre per Cittadella vengono esonerati da responsabilità i potenti politici?» Sulla stessa linea anche il Pd, che ha chiesto la definizione delle responsabilità politiche e non tecniche. Tutto potrebbe chiudersi entro 4 mesi, secondo alcuni rumors d'aula le posizioni potrebbero finire tutte sanate.

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