Stop ai nomadi: "murato" un argine a Ponte di Brenta

Dieci sgomberi in 8 mesi, la Procura mette i sigilli all’area per evitare accampamenti. Recinzione di un metro e mezzo

PONTE DI BRENTA. Dieci sgomberi in otto mesi. Sempre lì, sull’argine sotto la stazione ferroviaria di Ponte di Brenta, nell’area golenale a ridosso di via San Marco. Quindici nomadi avevano deciso che quella doveva diventare la loro casa. I vigili urbani li cacciavano ogni mese e loro regolarmente tornavano. Visto che il problema non trovava soluzione, sulla base della documentazione presentata dalla polizia municipale, il pubblico ministero Sergio Dini ha chiesto e ottenuto dal gip il sequestro preventivo dell’area utilizzata per il bivacco. In altre parole è stato sequestrato un pezzo di argine per evitare l’insorgere di accampamenti. Il provvedimento non ha precedenti in città.

La task force dei vigili urbani si è presentata sull’argine ieri mattina all’alba: c’erano 14 persone, avevano costruito la solita baraccopoli. Tutti sono stati denunciati per occupazione abusiva di suolo pubblico ma questo decimo caso ha consentito di ottenere il sequestro dell’area. Insieme alla polizia municipale c’erano anche gli operai di Aps. In via provvisoria è stata installata una recinzione d’acciaio alta circa un metro e mezzo. La segnalazione del provvedimento adottato della Procura è stato inviato anche al Demanio Difesa del suolo e foreste che sarà chiamato in seguito a recintare con opere fisse lo spazio. Sarà quindi impedito fisicamente l’accesso.

«Era l’unico modo per risolvere una situazione che altrimenti non sarebbe mai stata risolta» spiega Lorenzo Panizzolo, comandante della polizia municipale. «In pochi mesi abbiamo fatto ben dieci interventi ma i nomadi tornavano sempre. Gli accampamenti rischiano di provocare molto spesso inconvenienti igienico-sanitari perché gli spazi non sono attrezzati alle esigenze della residenza e dopo poco tempo diventano ricolmi di rifiuti di ogni tipo, abbandonati dagli occupanti».

Il problema era ben noto in zona. Chi frequenta l’argine, sportivi, appassionati di jogging e residenti a spasso con il cane, viveva con una certa apprensione la presenza dei nomadi specie nelle ore del tardo pomeriggio e della sera. Per ora il problema sembra essere risolto.

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