Strage di animaletti, la rabbia del gestore del rifugio

SPINEA. «Prima o dopo ti trovo». Sguardo minaccioso e dito puntato verso l’obiettivo della telecamera del suo smartphone, anche se il cuore, in realtà, sotto il logo dell’associazione “Sos Natura”, è pieno di disperazione. Enrico Piva affida a un video-selfie le sensazioni di una domenica che non dimenticherà mai.
«Qualcuno dice che è stata una volpe, ma questi sono stati schiacciati con il piede», afferma mentre mostra la mattanza. La voce è un misto di rabbia e commozione. Una vita spesa per gli animali quella di Piva. Capello lungo, pizzetto biondo, Piva frena a stento lo sfogo.
Nel suo video-denuncia girato subito dopo la scoperta della mattanza, si vedono soprattutto coniglietti e porcellini d’india sparsi nel terreno, senza vita, alcuni con vistose ferite alla testa. Gli animali vivevano in graziose casette di legno e plastica, in recinti di pali di legno, anatroccoli e oche in uno piccolo stagno al centro del prato.
Oggi quell’oasi è teatro di una strage orribile. I volontari lavorano per recuperare tutti gli animali, pulire il sangue, eliminare i segni dello sfregio. C’è subito la voglia di ripartire, anche perché nuovi trovatelli busseranno preso alle porte di “Sos Natura”. Piva inquadra i superstiti, un cigno, una papera e un anatroccolo, l’unico rimasto. «Ne sono rimasti ben pochi», continua Piva, «sono disperato, cosa devo fare adesso?».
La telecamera spazia a 360 gradi, mostra tutto lo spazio dell’oasi e il teatro della strage. Poi gira il telefonino, fissa l’obiettivo e si rivolge direttamente al macellaio dei suoi animali: «Se è l’opera di un umano, sappi che prima o poi ti trovo. E ti faccio fare la stessa fine: non mi interessa se mi mettono in carcere, devi pagare per questo».
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