Su tre piani del Giustinianeo la nuova Anatomia Patologica

Un altro cantiere in apertura in Azienda Ospedaliera. È quello che permetterà la nascita della nuova Anatomia Patologica al Giustinianeo. La direzione ha appena bandito la gara da 4,5 milioni di euro per la ristrutturazione di tre piani del vecchio ospedale, destinati ad ospitare laboratori e studi medici. In tutto 2 mila 800 metri quadri che faranno dell’Anatomia di Padova una delle tre maggiori d’Italia e che le permetteranno di aver spazi adeguati all’attività svolta: 55-60 mila diagnosi-paziente all’anno, con circa 500 mila procedure avviate e un centinaio di dipendenti. Spazi più ampi, ma anche più razionali e sicuri: basta con gli infermieri costretti a percorrere le strade padovane con in borsa i campioni di tessuto usciti dalle sale operatorie di via Giustiniani e destinati ai laboratori di via Gabelli (dove ha sede il Dipartimento); basta anche con il personale costretto a maneggiare sostanze tossiche come la formalina in ambienti sì a norma, ma vetusti e inadeguati.
Gli obiettivi. «Il progetto nasce tre anni fa nell’ambito della riorganizzazione in hub degli ospedali del Veneto, secondo le direttive regionali», spiega il direttore del Dipartimento, professor Massimo Rugge, «Esso si sviluppa parallelamente alla priorità del nuovo ospedale». Ma, in attesa del futuro, c’è il presente da governare: «Abbiamo un ruolo cruciale nella gestione dei pazienti oncologici e non: non possiamo fermarci», sottolinea Rugge, «C’è bisogno di sicurezza operativa del personale e diagnostica per i pazienti». Il primario riassume così i principi a cui il progetto è ispirato: «Efficienza e sicurezza dei lavoratori; efficienza e sicurezza dell’attività clinica; possibilità che la nuova struttura si inserisca in un progetto di rete nella tradizione della sanità veneta».
L’iter. «Abbiamo cercato di stendere un progetto vicino alle nostre esigenze, poi lo abbiamo riassestato sentendo quanto c’è di meglio in Europa per la programmazione di laboratori di Anatomia Patologica», spiega il professor Rugge, «A questo punto il direttore generale Luciano Flor lo ha confrontato con le norme regionali. Il progetto è quindi passato all’Ufficio tecnico, alla direzione sanitaria e infine c’è stata l’approvazione del capitolato». I tempi di realizzazione previsti sono di due anni.
Come cambierà. Nel palazzo al civico 61 di via Gabelli - dove oggi si concentra il grosso dell’Anatomia Patologica - resterà l’attività didattica, mentre gli studi medici e tutta l’attività clinica si trasferiranno al Giustinianeo. Più precisamente: al quarto piano, su 850 metri quadri, troveranno spazio tutti i laboratori. Al terzo piano (dove c’era la Terapia Intensiva Istar 1 appena chiusa) ci saranno invece gli studi medici, la dirigenza, la telemedicina: in tutto 1.300 metri quadri. Infine, al seminterrato, troveranno posto l’accettazione e alcuni locali di disbrigo. «Gli spazi diventato adeguati alle più recenti norme sulla sicurezza dei lavoratori», afferma Rugge, «Ora siamo largamente all’interno della norma, ma quello che io sogno è un ospedale a tossicità zero: con questo progetto il sogno diventa realizzabile. Per quanto riguarda i pazienti, ci sarà facilitazione e sicurezza dei trasporti dei campioni. In pratica viene messa in sicurezza la fase preanalitica cioè l’acquisizione del materiale da esaminare. La nuova localizzazione riporta l’attività diagnostica vicina alle sale operatorie e questo consentirà di razionalizzare i percorsi. Lo sforzo è stato molto rilevante perché gli spazi sono stati acquisiti con molta fatica. Una fatica che aveva come principio ispiratore la priorità del progetto. Facciamo in modo che questo ospedale funzioni fintanto che non verrà costruito quello nuovo. Ma fino ad allora, i pazienti di oggi non sono di seconda classe».
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