Suicida con i gas di scarico L’auto va a fuoco: carbonizzato

A una settimana dall’omicidio dell’ex barista cittadellese Alfredo Giacon nel Parco del Brenta l’orribile fine di un commesso residente nel Vicentino dopo una discussione con il compagno
Di Silvia Bergamin

FONTANIVA. A una settimana dall'assassinio di Alfredo Giacon, l’ex barista 72enne di Cittadella ucciso da un 24enne di Grantorto, Fontaniva torna sotto i riflettori per un'altra tragedia. La scorsa notte, un uomo di 38 anni residente a Molvena, nel Vicentino, è stato trovato carbonizzato dentro la Fiat Punto intestata al padre. Lavorava come commesso in un centro commerciale di Vicenza. L'allarme è stato lanciato da un automobilista di passaggio, accortosi che in via delle Giare - una strada comunale immersa nella campagna - una vettura stava andando completamente a fuoco. Non ha perso tempo, ha composto il 115 e dopo qualche istante sul posto sono arrivati i vigili del fuoco di Cittadella, che si sono dati da fare per spegnere le fiamme.

Domato il rogo, i pompieri hanno però fatto la macabra scoperta: nell'abitacolo della vecchia utilitaria, completamente divorato dal fuoco, c’era il cadavere di un uomo.

Il corpo carbonizzato della vittima era steso su ciò che restava del sedile del posto guida. Dagli elementi raccolti dai carabinieri della compagnia di Cittadella, pare che il dramma sia riconducibile a un suicidio. Il commesso vicentino si sarebbe recato a Fontaniva con l'intento di farla finita. Una volta parcheggiata l'auto, poco prima delle 2.30, il trentottenne avrebbe collegato un tubo in gomma allo scappamento del mezzo. Il suo piano era, con ogni probabilità, quello di saturare l'abitacolo con i gas di scarico prodotti dal motore.

La vecchia utilitaria ha però preso fuoco - a causa di un corto circuito - divorando le lamiere e il corpo del suo conducente. A terra, accanto alla carcassa della vettura, gli investigatori hanno rinvenuto dei frammenti del tubo in gomma che il giovane - originario di Piazzola sul Brenta - avrebbe usato per porre fine alla sua breve esistenza. Cosa può avere spinto il commesso a compiere un gesto tanto disperato? L'ultimo ad averlo visto era stato il compagno, con cui condivideva da qualche tempo un appartamento nel Vicentino. Nell'ultima settimana i due avevano discusso più volte, il loro rapporto non navigava in acque tranquille. L'ennesimo litigio era andato in scena lunedì mattina: la vittima si era quindi allontanata, informando il compagno che si sarebbe recato nel Padovano per sistemare il giardino di un amico attualmente all'estero. Durante la giornata, i conviventi si erano sentiti al telefono; nel corso di una chiamata, il piazzolese si era sentito dire che forse era il caso di prendere strade diverse. Potrebbe essere stata proprio la decisione del compagno a far scattare nella mente del trentottenne l'idea di farla finita: un dolore forse troppo grande da sopportare, che la vittima ha creduto di non essere in grado di superare. Sarà l'autopsia, fissata per la giornata di oggi, a fare luce sulla tragica morte dell'uomo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova