Sull'inquinamento provocato dalla Pm Galvanica ora indaga anche il ministro dell'Ambiente
Bitonci: «Responsabili appena assolti a Bassano dopo una condanna per l'eco-disastro che obbligò 3 Comuni ad ampliare l'acquedotto»

LA FABBRICA DI VELENI. L’interno della Pm, con detriti imbevuti di cromo e pompe per la falda inquinata
CITTADELLA.
Pm Galvanica: il ministero avvia un'ispezione dopo l'interrogazione del sindaco-deputato di Cittadella Massimo Bitonci. Il ministero dell'Ambiente ha trasmesso al prefetto di Padova, alla Regione Veneto, alla Provincia di Vicenza e ai comuni di Tezze sul Brenta e di Fontaniva la richiesta di notizie dettagliate sul caso della Pm Galvanica-ex Tricom.
Bitonci, il 31 maggio, ha depositato un'interrogazione parlamentare: «Il ministero - spiega - si è attivato subito e la scorsa settimana ha chiesto a tutti gli enti interessati atti e documenti utili a fornire un'adeguata risposta che chiarisca i punti oscuri sollevati nel documento che ho presentato. In particolare ho segnalato come la Tricom-Pm Galvanica abbia creato gravissimi danni ambientali in un vasto territorio compreso tra i comuni di Tezze su Brenta, Cittadella e Fontaniva, costretti ad ampliare rapidamente la rete idrica per evitare che decine di famiglie venissero a contatto con le falde inquinate da cromo esavalente, nichel ed altre sostanze nocive fuoriuscite dagli impianti dell'azienda e disperse nell'ambiente». Nel processo penale a Cittadella, il Comune si era costituito parte civile e aveva chiesto di costituirsi in giudizio anche nel successivo procedimento a Bassano contro i tre titolari dell'azienda. Se il tribunale di Cittadella nel 2006 aveva emesso una prima sentenza di condanna per inquinamento, lo scorso maggio il procedimento a Bassano si è chiuso con il proscioglimento dei tre imputati Paolo Zampierin, 66 anni, ex amministratore delegato della Tricom ed ex amministratore unico della Pm Galvanica (succeduta alla Tricom nel '95); di Adriano Sgarbossa, 66 anni, ex presidente del cda della galvanica tedarota, e di Rocco Battistella, 78 anni, ex responsabile dell'impianto di cromatura, già sindaco del paese e assessore provinciale. Per tutti e tre l'accusa era di omicidio colposo plurimo. «E' indubbio ed accertato - conclude Bitonci - che nonostante l'esito discorde dei due procedimenti giudiziari, la falda idrica che scorre sotto i comuni interessati dalla contaminazione con cromo esavalente, è stata irreparabilmente danneggiata, tanto da costringerci ad intervenire con urgenza estendendo l'acquedotto, per evitare che i cittadini utilizzassero le acque provenienti dalla falda inquinata».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova
Leggi anche
Video