Super-ecobonus, a Padova è boom di richieste: ristrutturazioni per oltre cento milioni

Corsa alle domande in città e provincia per i cantieri nelle case di proprietà. L’Ance avverte: «Ci sono ancora diversi aspetti da chiarire»
14/05/2010 Roma, cantiere del Nuovo Centro Congressi 'Nuvola'
14/05/2010 Roma, cantiere del Nuovo Centro Congressi 'Nuvola'

PADOVA.  È l’Ecobonus edilizio al 110% il tormentone dell’estate che avanza. Lo strumento, introdotto dal Decreto Rilancio il 18 maggio scorso, sembra stare infatti in cima alle priorità dei proprietari di casa, circa l’80% dei padovani.

A dirlo sono le segnalazioni delle associazioni di categoria dell’edilizia e i singoli impresari edili che si trovano a dovere fare i conti, quotidianamente, con decine di telefonate di clienti storici e conoscenti, parenti e amici che chiedono informazioni e si prenotano per un sopralluogo.

Case singole e condomini divenuti oggetto delle considerazioni più o meno tecniche di un numero sempre crescente di padovani alle prese con il desiderio di vedere la propria abitazione trasformata in una modernissima casa a risparmio energetico senza dovere sborsare un soldo.

LE DETRAZIONI FISCALI SULL’EDILIZIA

Ed in effetti il mattone e gli interventi per la sua messa in sicurezza sono una vera e propria passione dei padovani. Lo testimoniano i dati Irpef relativi al 2018 secondo i quali il numero complessivo delle detrazioni per lavori edili con bonus era, nella sola provincia, pari a circa 188 mila unità, per un importo complessivo, tra bonus per il recupero del patrimonio, per il risparmio energetico, per l’acquisto di abitazioni in classe A e B e così via, pari a quasi 150 milioni di euro.

LE STIME DI CNA

Pure in un contesto ancora pieno di incertezze circolano già tuttavia alcune stime relative all’impatto dell’Ecobonus al 110% sul sistema dell’edilizia sia a livello nazionale che per alcune delle principali province italiane.

Solo sul territorio padovano per esempio il centro studi di Cna valuta un incremento del fatturato del segmento delle ristrutturazioni tra 110 e i 130 milioni di euro aggiuntivi a quelli già realizzati mediamente negli ultimi 2 anni. Secondo lo stesso Centro Studi infatti, rispetto ad un comparto dell’edilizia che vale circa 1, 2 miliardi di euro annui nella sola provincia di Padova, il segmento delle ristrutturazioni pesava nel 2019 circa 220 milioni di euro (più o meno il 18% del valore aggiunto complessivo del comparto).

L’Ecobonus potrebbe incrementarne il fatturato di una percentuale che va tra il 50 e il 60%.

«Se l’Ecobonus edilizio avrà le caratteristiche per funzionare» spiega Luca Montagnin, presidente della Cna di Padova e impiantista «il nostro Centro Studi ci indica che potrebbe verificarsi un’incremento medio per lo meno del 30% del valore delle commesse che le nostre imprese porteranno a casa. A questo si aggiunge un incremento delle richieste di preventivi che già ora gli imprenditori di settore registrano oltre il 20%. In pratica non mi stupirei di vedere il fatturato delle ristrutturazioni crescere di circa 110-130 milioni di euro a regime in un anno. Un anno che però non sarà di certo il 2020. La legge che dovrebbe entrare in vigore a luglio presenta tali e tante incertezze da lasciare ancora molte perplessità agli addetti ai lavori che chiedono invece stabilità delle scelte per poter iniziare ad investire».

LA POSIZIONE DI ANCE

Non molto diversa è la posizione di Ance Padova, la cui stima approssimativa sull’impatto economico del bonus a livello nazionale è intorno ai 6 miliardi di euro, ma solo a partire dal 2021. «Ad oggi il punti fermi sono pochissimi e le incertezze ancora troppe» spiega Mauro Cazzaro, presidente di Ance Padova.

«Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 18 maggio entro 60 giorni deve essere convertito in legge. E proprio in occasione della conversione ci attendiamo molte modifiche al testo originario. C’è poi un passaggio fondamentale relativo alla pubblicazione delle circolari dell’Agenzia delle Entrate che chiariranno operativamente l’utilizzo del bonus e le sue modalità di cessione a terzi. Un percorso su cui chiediamo di intervenire per rendere davvero funzionale la norma: non ha senso infatti porre la scadenza al 31 dicembre 2021 e noi chiediamo di prolungarla fino al 2023; non ha senso limitare l’utilizzo del Sisma bonus solo ad alcune aree del Paese, lasciandone fuori altre, come ad esempio quasi tutto il padovano fatta eccezione per l’area di Cittadella e Trebaseleghe. Chiediamo maggiore chiarezza sui meccanismi di cessione del credito fiscale così da rendere funzionante una macchina complessa in cui il sistema finanziario, i cittadini e le imprese devono poter lavorare in sinergia per liberare il potenziale di questa norma. Ci sono poi una serie di aspetti tecnici che vanno rivisti in un’ottica di funzionalità e di semplificazione che sono elementi necessari anche in generale a molti aspetti della vita economica del Paese».

 

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