Tamponi come al “drive in” al distretto sanitario Le Torri

CITTADELLA
Arrivano a Cittadella i tamponi “drive in” al distretto socio sanitario Le Torri. Da ieri, il test del Coronavirus si fa direttamente in auto, abbassando il finestrino all’infermiere che lo esegue. Velocità di esecuzione e minor rischio di contatto sono gli obiettivi dell’iniziativa messa in campo dallo staff del direttore Cure Primarie, Emanuele Barbierato. Grazie alla collaborazione della Protezione civile, che ha montato le tende davanti al distretto, ora si può arrivare ad eseguire anche fino a 200 tamponi al giorno in sicurezza, seguendo i protocolli operativi, coordinati dal Dipartimento di Prevenzione dell’Uls 6 Euganea.
La procedura prevede infatti che il test sia richiesto dai medici di medicina generale, su autorizzazione del Sisp di Padova. La task force di infermieri valuta le priorità e invita i cittadini a presentarsi alla tenda per il test, prenotando l’orario. I pazienti arrivano direttamente in macchina e parcheggiano.
Quasi subito viene fatto il tampone, rimanendo in auto, e possono ritornare a casa. Il tutto in brevissimo tempo, senza code e senza contatti con il personale sanitario. Proprio come un drive-in, soltanto che al posto di pop-corn e film c’è il test per l’insidioso virus che sta mettendo a dura prova, oltre che la popolazione, anche il sistema sanitario italiano.
«Abbiamo due unità di tamponature sotto tenda», spiega il direttore Barbierato, «una a Camposampiero, già attivata da tempo, e quest’ultima di Cittadella. In quella di Camposampiero si accede su appuntamento a piedi, mentre a Cittadella, essendoci lo spazio del parcheggio che lo consente, abbiamo pensato di organizzare l’accesso in modo ancora più funzionale, ovvero facendo in modo che le persone possano fare il tampone senza scendere dall’auto. Le prenotazioni vengono fissate ogni 5 minuti e non si creano code: al massimo qualche auto, ma scorre tutto rapidamente. L’intento è proprio quello di velocizzare la tamponatura, consentendo grandi numeri. Ieri sono stati eseguiti 80 test, ma si potrebbe arrivare a farne anche 200 al giorno. Prima invece, con i tamponi a domicilio, in una giornata si potevano trattare al massimo a 5 o 6 persone per operatore».
«È un vantaggio enorme», prosegue, «che si aggiunge all’obiettivo di minimizzare i pericoli sia per il cittadino che per l’infermiere: rimanendo in macchina, non c’è alcun contatto fra i due. Il problema ora è avere la disponibilità di tamponi e reagenti per poter fare la catena dei test. È fondamentale continuare su questa strada. Il modello dell’Uls 6 della tamponatura di massa è preso ad esempio».
«Siamo al primo posto», continua, «sul rapporto fra numero di test sulla popolazione e questo significa essere in grado di fare una fotografia, utilissima allo studio dell’epidemia. Si va in cerca dei positivi e si fanno i tamponi alle persone attorno per isolare i positivi e limitare il più possibile i contagi. Abbiamo tamponato tutti i medici di medicina generale, tutti i pediatri ed il personale sanitario. Solo con i grandi numeri si può analizzare bene il fenomeno per arginarlo».
La task force del dottor Barbierato vede in attivo il responsabile infermieristico Federico Spiga e due coordinatrici infermieristiche, Flavia Masiero e Vanna Milani con tutta l’equipe degli infermieri in campo nella tenda di Camposampiero e nel drive in di Cittadella. «A loro non possiamo che essere grati per la dedizione al lavoro e il grande senso di responsabilità», ammette il direttore, «nel mettersi in gioco anche in questa nuova attività dove avranno a che fare con 2-300 persone al giorno. Secondo i modelli matematici, questa settimana, o al massimo la prossima, è quella del picco: l’incremento dei nuovi positivi è passato dal 35% al 5,5%. L’obiettivo è scendere sotto lo zero, con i guariti che aumentano. Lo stiamo attendendo tutti, anche attraverso le attività delle tende che abbiamo avviato». —
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