Tappezzano il centro di adesivi What’Sup scoppia la bufera «È stata una leggerezza»

il casoPali, cassonetti, serrande, vetrine, cartelli stradali: l’arredo urbano delle piazze e delle vie del centro storico ha decisamente cambiato look.Almeno per qualche ora, perché la novità è...
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - ADESIVI MOSTRA SAN GAETANO
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - ADESIVI MOSTRA SAN GAETANO

il caso

Pali, cassonetti, serrande, vetrine, cartelli stradali: l’arredo urbano delle piazze e delle vie del centro storico ha decisamente cambiato look.

Almeno per qualche ora, perché la novità è durata giusto il tempo di una notte. A scoprire i cinquecento adesivi in stile guerrilla marketing sono stati i residenti ieri all’alba e in pochi minuti, complice il tam tam sui social, si è sollevato un polverone.

Con il montare delle lamentele, è bastato poco per identificare gli autori di quella che, pur con le sembianze di una campagna pubblicitaria, si è rivelata un’idea poco brillante. Ad attaccare gli sticker sono stati i tre membri di What’Sup, network di eventi che pubblicizza e vende abbigliamento di qualità rivolto alle nuove generazioni.

Giovanissimi, tra i 15 e 18 anni, i ragazzi padovani tra una settimana saranno ospiti del Future Vintage Festival e sono decisamente riusciti a far parlare di sé. «Non volevamo farci pubblicità, è stata una leggerezza e mai avremmo pensato di far arrabbiare qualcuno» è la giustificazione di Alberico.

Il raid verso le 22 di venerdì, sotto gli occhi delle decine di persone che nelle sere del week end affollano il centro. Una sorta di flash mob, sulla scia degli artisti di strada di fama mondiale che approfittano del buio per disseminare le città con le loro opere. «Nessuno ci ha detto nulla, anzi ci hanno proposto di aiutarci. Ho scoperto questo disastro la mattina dopo» prosegue il giovane imprenditore. «Voglio scusarmi con tutti, specialmente con il Vintage che non c’entra nulla».

Ferma la reazione degli organizzatori della kermesse. «Inappropriato e incommentabile» dichiara Alberto Bullado. «Il festival non ha in alcun modo autorizzato o incentivato quella che è un’iniziativa assolutamente personale». Immediato il richiamo ai ragazzi, che ieri mattina si sono precipitati in centro a rimuovere gli sticker. A metà pomeriggio quasi tutti gli adesivi erano stati tolti.

«Abbiamo scelto What’Sup perché è una realtà fresca e dinamica, si è dimostrata vincente e abbiamo scelto di dargli spazio al Vintage perché vogliamo puntare anche su un pubblico giovane. Hanno superato un’attenta selezione prima di essere ammessi» spiega l’organizzatore. «Ma non passeremo sopra a questa bravata: abbiamo sempre rispettato la città e lavorato per promuoverla. Ogni atto fuori dalla legalità e dal rispetto non ci appartiene».

Una bella lavata di capo, con tanto di comunicato ufficiale per prendere le distanze da quello che si è rivelato un boomerang per il giovane team. Polizia municipale e il Comune hanno contattato i responsabili che si sono messi al lavoro. «Li abbiamo attaccati in luoghi già coperti di adesivi e graffiti, non pensavamo di creare un simile disagio», aggiunge Alberico. Per loro è in arrivo una multa. Confermata la partecipazione al Vintage Festival, anche se certamente il gruppo d’ora in poi sarà più cauto nelle sue scelte di marketing. —

Serena De Salvador

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