Tassa sull’obitorio da 256 euro fatturata alle imprese funebri

MONSELICE. Torna la “tassa” sull’obitorio. Dal primo febbraio i parenti di persone decedute in casa o in luoghi diversi dall’ospedale dovranno pagare per l’uso delle camere mortuarie dell’Ulss 6. È una novità soprattutto per la Bassa padovana perché nell’Alta e nel Piovese c’è una tariffa già da alcuni anni. Già lo scorso anno l’Ulss, rifacendosi ad una legge regionale del 2010, aveva stabilito di uniformare il sistema e perciò estendere il pagamento anche a chi si serve dell’obitorio accanto all’ospedale di Schiavonia. Il prezzo di 256 euro a carico dei familiari del defunto per i residenti nei Comuni convenzionati con l’Ulss e di 358 euro per i non convenzionati sarebbe dovuto entrare in vigore agli inizi di settembre, ma le proteste dei sindaci per la mancanza della convenzione da sottoscrivere e delle imprese funebri obbligate a riscuotere la somma dai familiari per conto terzi convinse i dirigenti sanitari a fare marcia indietro.
Nel frattempo quasi tutti i Comuni padovani hanno sottoscritto la convenzione, con l’eccezione di Padova, Abano e altri centri dell’area dei Colli, i cui residenti si servono per lo più dell’obitorio dell’azienda ospedaliera o della casa di cura di Abano.
L’accordo conferma il costo di 256 euro per la permanenza nelle camere mortuarie degli ospedali di Monselice, Piove di Sacco, Cittadella e Camposampiero. Somma che l’Ulss fatturerà all’impresa funebre, la quale a sua volta si impegnerà a compilare il nuovo modulo con i dati del defunto. Nulla cambia invece per i decessi in ospedale, o nella maggior parte di strutture come le case di riposo: in questo caso la famiglia non ha nulla da pagare. Il provvedimento fa ancora discutere.
Già l’entità della somma, 256 euro per la permanenza in camera mortuaria, che in media non va oltre i tre giorni, aveva sollevato vivaci proteste di sindaci e dei cittadini. Inoltre sono sul piede di guerra i titolari delle imprese funebri, che non ci stanno a fare da “esattori” per conto dell’Ulss. Alcuni di loro hanno già incaricato un professionista per fare presente all’azienda sanitaria che questo nuovo pagamento dovrebbe essere richiesto direttamente ai familiari o quantomeno fatturato direttamente a loro e non all’impresa funebre. «Di fatto alle aziende viene chiesto di riscuotere la somma in nome e per conto dell’Ulss» spiega il commercialista padovano Stefano Baraldo «ma poi la fattura verrebbe intestata all’impresa. È questo aspetto che contestiamo, perché l’impresa non fa altro che da tramite, la fattura dovrebbe essere intestata ai familiari». —
Nicola Stievano
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