Tensione per uno sfratto donna incinta in ospedale
STANGA. Scintille tra le parti e tensione alle stelle: ieri lo sfratto di una famiglia magrebina in via Manara ha richiesto l’intervento dell’ambulanza perché la donna, al settimo mese di gravidanza, già mamma di 3 bambini piccoli, è svenuta sotto la pressione della disperazione. Senza casa, con 3 figli e un quarto in arrivo, la paura della strada e la rabbia di non aver ancora un pochino di fiducia visto che il marito ha, da alcuni mesi, trovato un lavoro come operaio. In campo, senza sosta, l’impegno dello Sportello sociale di Rifondazione comunista. In strada, ieri, c’era un picchetto di attivisti pronti a dare la loro solidarietà alla famiglia e guidati da Paolo Benvegnù. E’ stata proprio la presenza del segretario di Rifondazione a scongiurare che la situazione prendesse fuoco ed a strappare un rinvio all’ufficiale giudiziario fino al prossimo 30 luglio.
Una storia come tante: il padre di famiglia ha perso il lavoro 3 anni fa, ha pagato i primi mesi di affitto (450 euro al mese per 35 metri quadrati) fino ad accumulare mensilità su mensilità e raggiungere un debito copioso (16 mila euro) con il proprietario di casa. Quest’ultimo, già padrone di 5 mini appartamenti sempre in via Manara, si dice disponibile a trovare un accordo, ma non nega una punta di amarezza: «mi mettono nelle condizioni di sentirmi in colpa», ammette, «non so se fidarmi di un possibile accordo. Al momento mi fido di questo signore (ndr Benvegnù) perché di lui si fidano le autorità». Tuttavia il caso si porta dietro uno strascico di polemiche: «l’amministratrice Sarto», accusa Benvegnù, «ha contattato i servizi sociali senza averne nessun diritto».
La Sarto, già consigliera circoscrizionale in quota Lega nord, ribbatte: «ero autorizzata dal proprietario, non ho parlato dei fatti personali della famiglia». E minaccia: «la prossima volta verrò con la carica dei proprietari». Resta qualche perplessità: «è inconcepibile», chiosa Benvegnù, «che l’assistente sociale abbia parlato con una persona estranea alla famiglia». La Sarto, da dicembre amministratrice del condominio e delegata degli affari del proprietario coinvolto, aggiunge: «troppe famiglie straniere giocano con la legge. Si presenta un single, firma il contratto, e poi mette dentro la famiglia». Qualcuno potrà pensare escamotage di padri di famiglia, disposti a molto, magari anche a dribblare qualche regola, per dare un tetto ai figli.
Elvira Scigliano
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