Le Terme Euganee soffrono la concorrenza, gli operatori: «All’estero non ci conoscono più»

I dati sul turismo del primo quadrimestre 2025: in flessione arrivi e presenze, sempre meno stranieri. Le categorie lanciano l'allarme: «Bisogna investire la tassa di soggiorno nella promozione»

Federico Franchin
Una piscina termale: presenze in calo
Una piscina termale: presenze in calo

Un’ammissione è arrivata lunedì 7 luglio a Palazzo Santo Stefano, sede della Provincia: le Terme Euganee non sono più leader assolute a livello termale, la concorrenza è sempre più spietata.

Gli albergatori hanno analizzato i dati turistici del primo quadrimestre del 2025 che confermano la flessione. L’offerta ricettiva è ancora fortemente centrata sulle strutture alberghiere (95% degli arrivi e 94% delle presenze), ma cresce costantemente l’interesse verso l’extra-alberghiero, con un aumento del 12% negli arrivi e 6% nelle presenze tra il 2018 e il 2024. Nel primo quadrimestre del 2025, l’area ha totalizzato 292.294 arrivi e 824.715 presenze, in lieve flessione (−5,7%) rispetto allo stesso periodo del 2024.

Il calo è attribuibile soprattutto ai primi due mesi dell’anno, con febbraio che ha fatto registrare oltre 18 mila presenze in meno rispetto all’anno precedente. Marzo e aprile hanno mantenuto volumi elevati confermando una buona base di frequentazione.

Gli hotel hanno registrato nel 2024 887.559 arrivi e 2.925.084 presenze, con una lieve flessione rispetto all’anno precedente (−0,3% arrivi e −0,7% presenze). Si conferma un turismo prevalentemente domestico (647.940 arrivi e 1.837.518 presenze), integrato da una presenza internazionale (239.619 arrivi e 1.087.566 presenze).

La presentazione dei dati sul turismo termale nei primi mesi del 2025
La presentazione dei dati sul turismo termale nei primi mesi del 2025

La destagionalizzazione è uno dei punti di forza dell’area: anche nei mesi invernali e autunnali si registrano volumi consistenti, con punte oltre 286 mila presenze a novembre e oltre 270 mila in aprile, maggio, settembre e ottobre. L’estate, seppur leggermente più debole, resta stabile grazie alla domanda interna.

«Non siamo più la località leader e soffriamo molto la concorrenza di altre località termali, come quelle slovene» rileva il vicepresidente di Federterme, Marco Maggia, «il cartello “Stazione di cura e soggiorno” per Abano e Montegrotto è ormai anacronistico, perché si fanno sempre meno cure. Calano gli stranieri e in Baviera non si conosce nemmeno più cosa sia Abano. Per rilanciare il comparto servono revisioni sulle norme, sviluppare il turismo sanitario con la cura di malati cronici e riabilitazione. Se si cambia passo in 24 mesi si possono già ottenere dei risultati».

Umberto Carraro, presidente del consorzio Terme Colli Marketing, osserva: «Nella crisi pesa moltissimo l’assenza di russi e il momento globale. Bisogna fare promozione con campagne coordinate pubblico-privato e servono 1,5 milioni all’anno. Non si combina nulla con l’attuale frammentazione e con le azioni individuali, anche delle Amministrazioni».

Walter Poli, presidente della sezione locale di Federalberghi, aggiunge: «C’è un calo di stranieri, passati al 30% rispetto al 79% di venti anni fa. Il periodo medio di soggiorno ora è di 2,82 giorni, con un calo nel primo quadrimestre dell’1,7%».

La Provincia, con il vicepresidente Vincenzo Gottardo, si propone come tavolo tecnico permanente tra pubblico e privato: «Bisogna investire l’imposta di soggiorno in promozione» dicono Poli, Maggia e Aldo Buja, «ci sono 5 milioni a disposizione». 

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