Terrorismo, cento gli obiettivi sensibili in Veneto

Aumentata l'attenzione al porto di Venezia, al Marco Polo, alla caserma Ederle di Vicenza, a basiliche e chiese
AGOSTINI INTERPRESS VENEZIA PIAZZA SAN MARCO. 11-08-2009. SOLDATI DELL'ESERCITO MILITARE ITALIANO PATTUGLIANO VENEZIA.
AGOSTINI INTERPRESS VENEZIA PIAZZA SAN MARCO. 11-08-2009. SOLDATI DELL'ESERCITO MILITARE ITALIANO PATTUGLIANO VENEZIA.

VENEZIA. È l’11 settembre dell’Europa soprattutto per il senso di impotenza che la strage al Charlie Hebdo ha creato in tutti. Lo sanno bene coloro che devono proteggere popolazione e obiettivi sensibili nel nostro Paese. È di nuovo allarme da ieri mattina anche in Veneto con le centinaia di obiettivi sensibili da proteggere, in particolare a Venezia. Ogni volta una lista che si modifica, si allunga e si adatta alle strategie terroristiche. Senza dimenticare che ora bisogna affrontare anche il problema di stranieri che, residenti nel nostro Paese, sono partiti per andare a combattere tra le file dell’Is in Siria e Iraq. Un fenomeno che ha coinvolto anche italiani convertiti all’Islam.
Lo sa bene il questore di Venezia Angelo Sanna che spiega: «La situazione è complicata perché gli obiettivi sono sempre nuovi. Come accade ogni volta che c’è un allarme terrorismo a livello internazionale dopo fatti del genere, la nostra attenzione è massima e la prima cosa che viene fatta è quella di sensibilizzare centrali operative e pattuglie nell’avere la massima attenzione rispetto a obiettivi sensibili, Venezia è praticamente un unico grande obiettivo sensibile come le città d’arte del nostro Paese. È evidente che chi vuole dare massima esposizione mediatica alla propria azione trova terreno fertile nella nostra città. Oggi l’allerta è scattata immediatamente con le prime notizie arrivate da Parigi e con le prime indicazioni fornite dai nostri servizi» continua il Questore Sanna.

«In questo momento per il nostro Paese non c’è un particolare allarme. Ma non possiamo quindi ritenerci immuni da possibili attività di gruppi terroristici. Sicuramente la Francia ha una situazione sul fronte terrorismo ben diversa dalla nostra e molto complessa, ma anche noi ora dobbiamo fare i conti con coloro che vivono in Italia e hanno abbracciato la causa del fondamentalismo islamico. La Digos di Venezia, in perfetta sintonia con gli altri uffici del Veneto, da mesi sta monitorando la situazione su questo fronte. Come posso garantire stanno facendo altre forze dell’ordine. Per l’Italia sono fenomeni nuovi, ma assicuro che c’è il massimo impegno per garantire sicurezza e protezione alla popolazione e agli obiettivi sensibili».


In Veneto sono un centinaio gli obiettivi a cui bisogna garantire la massima protezione, perché tantissimi sono gli interessi di paesi stranieri che sono nel mirino del fanatismo islamico. Il Marco Polo di Venezia è il terzo aeroporto italiano ed è intercontinentale con voli diretti in Israele, negli Stati Uniti, in Africa, oltre che in diversi paesi del Golfo Persico. C’è il porto della stessa città che fino a due anni fa era collegato settimanalmente con la Siria. Senza scordare le basi Nato e gli interessi industriali di multinazionali francesi, ad iniziare dalla distribuzione, e degli Stati Uniti.


Da ieri in tutto il Veneto, come nel resto del Paese, c’è la massima allerta. Per oggi sono attese le nuove disposizioni del Viminale.

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