Tgsoft, leader nel digitale ma non trova personale
L’azienda di Rubano è l’unica a produrre un antivirus totalmente made in Italy «Pronti per la sfida globale, ma è difficile selezionare addetti competenti»
PADOVA. «Per crescere abbiamo bisogno di personale ma mancano competenze e formazione». A dirlo è Enrico Tonello, fondatore con il fratello Gianfranco, della Tgsoft di Rubano, l’unica impresa digitale italiana (50 mila clienti e 800 rivenditori in Italia e nel mondo) a offrire sul mercato globale un antivirus totalmente made in Italy. Non è solo dunque l’accesso agli strumenti finanziari, né l’internazionalizzazione o un mercato interno che solo ora sembra dare segnali di rinnovata vitalità, ma il tema delle risorse umane, il nodo della crescita di molte aziende innovative del territorio. Una questione che, pure nell’agenda del governo e delle categorie economiche, diventa un’urgenza quotidiana che limita lo sviluppo di imprese dal potenziale importante in settori strategici.
«In azienda siamo in nove», spiega Tonello, «sette escludendo noi due fondatori. Lavoriamo per i grandi gruppi bancari nazionali e internazionali fornendo antivirus progettati interamente da noi ma abbiamo lavorato anche per Esa, l’Agenzia spaziale europea e per molte altre realtà di primo piano del pubblico e dell’impresa privata. Analizziamo ogni giorno nuovi potenziali virus e sviluppiamo in poche ora soluzioni originali per la protezione dei dati dei nostri clienti. Un lavoro difficile, che necessità di passione e creatività, competenza e velocità di esecuzione. Da noi non si può cercare su internet una soluzione, bisogna inventarla e nel giro di pochissimo». E la Tgsoft di Rubano, protagonista assieme a Cna di un incontro sulla cybersecurity nell’ambito di Digitalmeet 2017, dall’anno scorso ha ottenuto due certificazioni internazionali che la collocano al pari di grandi gruppi internazionali come Avast e Kaspersky (di cui Tgsoft è concorrente diretto): l’una l’inglese Vb100 (Virus Bullettin che testa ogni tre mesi con nuovi virus le capacità di difesa dei prodotti), l’altra la statunitense Icsa Lab fortemente consigliata da Mycrosoft ai suoi partner e fornitori.
«Siamo un po’come il Chievo della serie A», ha spiegato il fondatore di Tgsoft, «e avremmo tutte le carte in regola per fare il grande balzo sui mercati globali grazie ad un know how tecnologico che non è secondo a nessuno. Ma per crescere avremmo bisogno di personale e trovarlo non è facile: in 10 anni ho fatto oltre 1200 colloqui ma ho assunto solo 7 persone che dopo una lunga gavetta ora sanno dare una risposta in poche ore ad un eventuale attacco informatico. Da noi si crea, non si applicano le soluzioni di altri e per farlo ci vuole tanta voglia di imparare».
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