The Wonder Woman È Olga la sciupamaschi la donna del festival

Il sorriso, il metro e ottanta, le convinzioni dell’ex Bond girl Kurylenko la fanno assomigliare a una cometa: si porta la scena dietro
Di Manuela Pivato

di Manuela Pivato

VENEZIA

Quella che dice che gli uomini, oplà, vanno, vengono e chi se li ricorda più. Quella che ha già archiviato due mariti e sta ben attenta a non farsi fregare per la terza volta. Quella che fu Bond girl ma è riuscita a smarcarsi in tempo e a pretendere qualcosa di più duraturo per il suo metro e ottanta d'altezza e per tutta la fatica che ha fatto per arrivare fin qui. Qui è il Lido, che improvvisamente si accorge di Olga Kurylenko, 33 anni, ucraina, occhi e zigomi del suo paese, quattro lingue, infanzia da miseria, tostissima ragazza di sfolgorante bellezza che Terrence Malick ha voluto nel suo film "To the wonder" (ieri sera in concorso a Venezia69 e fischiato alla proiezione per la stampa), capace di portarsi dietro la scena anche quando va alla toilette.

Sbarcata al Lido di buon mattino in un abito da sera tutto pizzi e trine celestiali, deve reggere insieme a Romina Mondello il peso di una delle pellicole più attese del festival perché gli attori protagonisti - Ben Affleck e Javier Bardem - si scusano ma sono impegnati altrove e il regista si è fatto di nebbia come sempre (un volantino stile Wanted attaccato al Palazzo del cinema chiedeva se qualcuno l'avesse mai visto).

Olga non ha problemi. Olga non aspetta altro che dire la sua: nel giorno dei film dedicati all'amore, o almeno ai suoi tentativi - il triangolo spinto di "To the wonder" e il colpo di fulmine in età da nipotini di "Love is all you need" - la Kurylenko si rivolge a tutti i cuori ammaccati che affollano la conferenza stampa. «La gente si separa per svariati motivi come è successo a molti di voi in sala - intona - e questo perché ciò che porta avanti una coppia è l'amore e non la quotidianità dell'amore. Il film racconta proprio questo: la coppia, che pur amandosi, non riesce a vivere insieme».

Nemmeno in questo senso Olga dimostra di aver problemi. Quella che conta solo su se stessa, come le ha insegnato la madre, si dichiara tutto fuorchè romantica, mille volte felice di vivere sola piuttosto che in rapporto che non funziona anche perché, come spiegava all'inizio, gli uomini sono erratici, meglio non investirci troppo e concentrarsi su cose che restano. Come il film di Malick, ad esempio, con cui è stata subito «connessione», di più, «veggenza». O i libri che il regista le ha imposto di leggere, "Anna Karenina" e "I fratelli Karamazov", letture che Olga consiglia a tutti almeno una volta ogni dieci anni, altro che Twitter.

Mentre la Kurylenko si cambia d'abito e ingoia un paio di tartine al Lancia Cafè prima del tappeto rosso, Youtube si festeggia sulla terrazza del Red Carpet Lounge con un party decisamente poco democratico: solo su invito nominale e senza riprese. Rischia di restare fuori anche Vittorio Sgarbi che, arrivato in laguna sabato sera, non si sta perdendo una festa. Prima al Premio Campiello (in camicia) con bionda popputissima al seguito, poi a Palazzina Grassi per il party di "The Master", quindi un salto al concerto di Prada a Ca’ Corner, ieri sera al Lido, domani chissà. Pietra Detassis, direttore di Ciak, inizia intanto gli incont. ri "Disaranno Famosi" mentre il suo staff è alle prese con l'organizzazione della festa più sgaggia del festival, il 5 sera al Lancia Cafè. Tema del party Cheek to Ciak, il circo. Starring (anche) il principe Maurice, ma per entrare non si scherza.

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