Torna alla luce un acquedotto romano

Importante scoperta a Villafranca nel corso dei lavori per la pista ciclabile

VILLAFRANCA PADOVA. Ebbene sì: pare proprio che i reperti archeologici ritrovati a Villafranca Padovana, nel corso degli scavi per la realizzazione della pista ciclabile, appartengano proprio a un acquedotto romano, della cui esistenza si ventilava l’ipotesi, ma del quale si era persa ogni memoria, anche documentale.

Una scoperta molto importante, dal punto di vista storico e archeologico, ma che rischia di mettere un freno serio e prolungato alla realizzazione dell’opera, che il paese attende da almeno dodici anni. Siccome la provinciale 12 della Torre Rossa è un’antica strada romana, si supponeva che, scavando, si sarebbero trovati dei reperti, e infatti i lavori sono seguiti dalla Sovrintendenza ai beni archeologici, ma forse nessuno immaginava di trovare le tracce di un antico acquedotto.

«Visti i reperti posti a distanza regolare tra loro», sottolinea il sindaco Luciano Salvò, «la Sovrintendenza ci ha fatto scavare un fossato di 250 metri per allargare lo scavo e far riaffiorare ulteriori reperti. Ebbene, sono emersi basamenti di piloni, posti a distanza di tre metri l’uno dall’altro. Se da un lato la scoperta è eccezionale, dall’altro temo che la realizzazione della pista ciclabile si fermi ancora».

Gli operai in questo momento stanno lavorando a monte, nel tratto vicino a via Madonna. Sono invece degli archeologi quello attivi nel tratto da via Sacco a via Cappellaro.

«Mi auguro che dopo averli studiati e catalogati, i reperti vengano ricoperti, non essendo di pregio», auspica il sindaco. A quanto aveva ragione chi pensava che lungo l’Arzeron della Regina (il terrapieno che corre appunto da Montà e Ponterotto fino a dopo Villafranca) ci fosse anche un acquedotto romano, smantellato nel corso dei secoli e i cui mattoni saranno probabilmente serviti ad edificare le case dei dintorni. Pare che il sistema di approvvigionamento idrico arrivasse fino ad Asiago.

 

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