Torneo di Abano, in campo i futuri campioni

Intervista a Gianni Di Marzio: "Oggi negli adolescenti si comincia a intravedere la classe e la determinazione"

ABANO TERME. Mercoledì 22 aprile parte il Torneo Internazionale Città di Abano Terme, allargata a 24 squadre con le novità delle compagini finlandese, giapponese e canadese. Paesi che calcisticamente è probabile non riescano mai a superare i livelli raggiunti dal calcio italiano, per questioni di cultura, di storia e di preparazione. Il problema, semmai, è che mentre l’Italia sta a guardare persino paesi calcisticamente “acerbi” stanno facendo passi da gigante. A sentire gli addetti ai lavori, la situazione del panorama giovanile italiano sembrerebbe tutt’altro che rosea.

E Gianni Di Marzio, consulente tecnico del Queens Park Rangers, ex allenatore di Padova, Genoa e Cosenza e per diversi anni testimonial del Torneo di Abano Terme, alla vigilia della grande kermesse aponense fotografa così la situazione del pallone nello Stivale: "In Italia siamo fermi, siamo indietro di dieci anni", spiega, "viviamo aspettando che succeda qualcosa. È verissimo quello che si sente dire in giro: il calcio giovanile italiano sta male. Da quanto tempo è che non si sente parlare di un giovane italiano, uno che possa chiamarsi “fenomeno”? Oggi mi viene in mente solo Bonazzoli dell’Inter, non c’è altro. E le colpe sono diffuse".

A chi le attribuirebbe, in particolare?

"In primis agli allenatori: il calcio ormai non si insegna più, nei grandi settori giovanili i tecnici pensano a fare carriera, e quindi badano solo a vincere. Non esiste più l’allenatore-educatore, quello che insegna davvero i fondamentali del calcio ai ragazzini: in Italia si bada solo alla tattica. Poi ci sono i dirigenti, approssimativi, i genitori troppo pressanti, e i procuratori che cominciano a ronzare intorno ai giocatori quando questi hanno 12 anni".

Ma è possibile riconoscere un grande giocatore quando questo ha solo 13 anni?

"Da un lato non è facile, perché si è in piena adolescenza e per arrivare a un giocatore formato di tempo ce ne passa e molto può cambiare. Dall’altro, tuttavia, è proprio nei nati negli anni dal 2000 al 2002 che oggi, finalmente, si comincia a intravedere qualche buono spiraglio per il futuro, qualche giocatore in fioritura che nelle annate precedenti, e fino all’Under 20, praticamente non c’è".

Il Torneo di Abano come si inserisce, in questo quadro?

"Ormai è diventato uno dei tornei più prestigiosi a livello internazionale. Devo dare atto ad Angelo Montrone: non è facile richiamare squadre di questo calibro, come Chelsea e Bayer, e permettere agli italiani di confrontarsi con queste realtà. Abbiamo molto da imparare, se vogliamo tornare ad essere competitivi".

Per la prima volta parteciperanno una squadra giapponese e una canadese: anche da loro abbiamo da imparare?

"Negli ultimi anni il Giappone è migliorato molto, anche a livello giovanile, e pure in America si sta verificando un’evoluzione molto veloce, con il Canada che non fa eccezione. Tecnicamente entrambe sono ancora un po’ indietro, ma stanno crescendo. Difficilmente raggiungeranno il livello italiano, ma mentre noi stiamo fermi loro stanno correndo: è questo, il problema maggiore".

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