Traffico illecito di rifiuti, nove arrestati

Traffico illecito di rifiuti, c’è anche un padovano tra i 9 arrestati da parte dei carabinieri del Noe di Treviso. Si tratta di un autotrasportatore, un “padroncino” di Solesino, Giovanni Bassan, 61 anni. È stato posto agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Da quanto accertato dai militari del Nucleo operativo ecologico l’uomo avrebbe compiuto diversi viaggi con il suo camion per conto di una ditta di Verona finita nell’inchiesta. Su ordine dei committenti e con bolle di accompagnamento non fedeli alla destinazione, avrebbe portato dei rifiuti indifferenziati all’interno di un capannone abbandonato in provincia di Verona. Ovviamente i documenti indicavano una discarica autorizzata.
indagine complessa
Ma l’ingresso del capannone era sorvegliato da alcune telecamere installate dai carabinieri e così l’abbandono del materiale è stato scoperto. Fotografie e video finiti sul faldone dell’inchiesta mostrano i camion arrivare nei capannoni abbandonati e riempirli di rifiuti. Ovviamente le targhe dei mezzi si vedono molto bene.
i risultati dell’indagine
Nove arresti ai domiciliari con braccialetto elettronico e due obblighi di dimora; sequestro preventivo degli impianti, uffici, sedi legali ed operative di tre ditte, delle quali due di trattamento e una di trasporto rifiuti, di 10 motrici/rimorchi utilizzati per il trasporto e lo stoccaggio dei rifiuti, per un valore di circa 500 mila euro; della somma di oltre 700 mila euro a carico complessivo delle tre ditte indagate, quale profitto del traffico illecito di rifiuti: è questo il risultato dell’indagine del Noe e della Procura Distrettuale Antimafia di Venezia conclusasi ieri con l’esecuzione delle ordinanze di misura cautelare emesse dal gip per il reato di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti. L’indagine è stata avviata a febbraio del 2019.
segnalazione da legnago
Tutto è partito da una segnalazione dei carabinieri di Legnago, che informavano il Noe di Treviso di movimenti sospetti di mezzi pesanti vicino ad un capannone in disuso da anni. È iniziato il monitoraggio: la banda usava falsi codici dell’Elenco Europeo Rifiuti (Eer) nei formulari e avrebbe gestito illecitamente, con compiti e ruoli diversi, lo smaltimento di ingenti quantitativi di rifiuti speciali, costituiti da rifiuti indifferenziati urbani, plastici e tessili, provenienti da Campania, Toscana e da regioni del Nord , abbandonandoli in capannoni dismessi del Veneto e dell’Emilia-Romagna. 25 i trasporti illeciti: i rifiuti risultavano sempre accettati dalla ditta che appariva come destinataria, nel Mantovano. Sono stati smaltite 2.700 tonnellate di rifiuti, per lo più speciali per i quali doveva essere eseguita una procedura di smaltimento costosa. Oltre agli arresti e ai sequestri sono state compiute 25 perquisizioni, di cui 6 a carico di altre ditte al momento non indagate. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova