Travolta e uccisa con la sorella ha gestito il castello di Valbona

Vilma e Luciana Biasioli, 82 e 80 anni, falciate da un’auto a pochi passi da casa. Vilma  e il marito per oltre un decennio  hanno vissuto e lavorato a Lozzo

LOZZO ATESTINO

Con il marito Luciano aveva gestito per oltre un decennio il Castello di Valbona, segnando una delle stagioni più felici del complesso medievale oggi abbandonato. Ecco perché la sua tragica scomparsa ha gettato nello sconforto anche le comunità di Lozzo Atestino e di Valbona. Vilma Biasioli, 82 anni, è morta l’altra mattina assieme alla sorella Luciana di 80 anni: sono state travolte da un’auto a pochi passi da casa, mentre attraversavano la strada nel centro di Pojana Maggiore (Vi).

Al volante della Wolkswagen Polo che le ha colpite e schiacciate c’era G.R., 74 anni, del posto. Le due sorelle, alle 10.45 di venerdì mattina, erano appena uscite dalla chiesa di Santa Maria Nascente e stavano camminando verso i banchi del mercato settimanale.

Alla loro sinistra è arrivata la Polo che le ha prese in pieno, nonostante procedesse a non più di 40 chilometri orari. Vilma e Luciana hanno avuto la sfortuna di cadere violentemente sull’asfalto e di finire sotto il veicolo, che le ha trascinate via per tre metri. Le due sorelle sono praticamente morte sul colpo. L’anziano automobilista era lucido e non stava utilizzando il telefono cellulare: non ha saputo spiegare alla polizia locale il perché della fatale distrazione.

Vilma aveva un forte legame con la nostra provincia. Le due sorelle erano originarie di Ariano Polesine (Rovigo) e avevano sposato i fratelli ferraresi Luciano e Gianfranco Riccò. Luciana si era trasferita a Melegnano, nel Milanese, ed era tornata in Veneto da pochi anni, una volta rimasta vedova. Vilma, invece, era arrivata a Pojana Maggiore negli anni Ottanta e con la famiglia aveva gestito per anni il bocciodromo locale, forte dell’esperienza maturata al Castello di Valbona.

Lei e il marito ne hanno retto il timone per più di un decennio, tra gli anni Settanta e Novanta, dando via ad esperienze fortunate come quella della discoteca.

Il mix tra ristorazione e locale di intrattenimento aveva portato fortuna al complesso medievale, che attirava ogni weekend decine e decine di clienti.

Oltre al marito Luciano, la donna lascia nel dolore i figli Tiziano, Riccardo, Alessandro, Simone e Massimo. Quest’ultimo è amministratore delegato della Coelsanus di Sossano (Vi). —

Nicola Cesaro

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