Trova portafogli con 1.300 euro e lo consegna ai carabinieri

Prova di onestà di uno studente di 20 anni, nipote di Marino Puggina ex presidente del Calcio Padova «Mi è sembrata l’unica cosa da fare». Contattata la proprietaria: è un’avvocatessa padovana
PD 09/98/2000 RESTELLO GM - CARABINIERI X CONF. STAMPA RECUPERO ECSTASY MALAGOLI USCITA DI UNA PATTUGLIA
PD 09/98/2000 RESTELLO GM - CARABINIERI X CONF. STAMPA RECUPERO ECSTASY MALAGOLI USCITA DI UNA PATTUGLIA

Ha trovato un portafoglio a terra con 1.300 euro dentro e senza batter ciglio è corso a consegnarlo ai carabinieri in caserma. Grazie all’onestà di uno studente ventenne un avvocatessa del foro di Padova è tornata in possesso non solo di tutti i documenti ma anche della considerevole somma di denaro.

Il giovane onesto è Giovanni Puggina, 20 anni, studente universitario a Cà Foscari, residente a Città Giardino, nipote di Marino Puggina fondatore della catena di supermercati Despar ed ex presidente del Calcio Padova. Il giovane sabato sera si trovava con l’amica Gregorio Serafin. «Eravamo in scooter, stavamo percorrendo riviera Paleocapa quando, davanti alla caserma Piave, il mio amico ha notato qualcosa a terra. Ci siamo fermati e ci siamo resi conto che era un portafogli».

Appena l’hanno aperto hanno visto che dentro c’erano molte banconote da cento euro. Le hanno contate una a una, fino ad arrivare al totale di 1.300 euro. Controllando i documenti hanno scoperto che la proprietaria era un’avvocatessa del foro di Padova.

«Non ci abbiamo pensato neanche un attimo» continua Giovanni, «ci siamo guardati in faccia e abbiamo deciso di andare in caserma dai carabinieri per consegnare tutto. Non sarebbe stato giusto fare niente altro. Avremmo finito per sentirci in colpa».

Così, poco dopo le 23, i due amici si sono presentati in Prato della Valle esponendo al militare in servizio quanto successo poco prima.

I carabinieri del luogotenente Giancarlo Merli hanno preso possesso del portafoglio e, controllando i documenti d’identità, si sono messi in contatto con l’avvocato. La professionista quasi non ci credeva. Da un’ora abbondante, ormai, stava facendo il percorso a ritroso nella speranza di ritrovare ciò che aveva perduto. Oltre ai soldi, ciò che le aveva fatto salire la preoccupazione, era anche il fatto di aver smarrito tutti i documenti, le tessere magnetiche, il tesserino dell’ordine.

«Mi ha contattato il giorno successivo e ci siamo trovati, ha voluto conoscerci» riferisce soddisfatto il giovane. «Ci ha dato una piccola ricompensa e ci ha ringraziato allo sfinimento. Certo, 1.300 euro sono una somma di tutto rispetto: è uno stipendio medio. Quei soldi ci hanno fatto gola ma sono consapevole di aver agito nel modo giusto e, se dovesse capitarmi ancora, mi comporterò esattamente allo stesso modo. Non erano nostri, non ci appartenevano. È stato giusto riconsegnarli al legittimo proprietario».

e.ferro@mattinopadova.it

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