“U picciriddu, sangue puro” di Corleone Giuseppe Salvo figlio prediletto del boss

«Tu sei sangue puro». Sangue di Corleone. Così nel 2000 Ninetta Bagerella di fronte al figlio più grande, Giovanni, rinchiuso nel carcere dell’Ucciardone rincuorava l’altro figlio, “u picciriddu”,...

«Tu sei sangue puro». Sangue di Corleone. Così nel 2000 Ninetta Bagerella di fronte al figlio più grande, Giovanni, rinchiuso nel carcere dell’Ucciardone rincuorava l’altro figlio, “u picciriddu”, Giuseppe Salvatore Riina. Figlio prediletto del boss di Cosa Nostra Totò, che aveva scelto, a metà degli anni Duemila, proprio Salvo come suo successore. Il particolare è ricordato nell’ultimo capitolo del libro “Il capo dei capi” scritto a quattro mani dai cronisti di Repubblica Attilio Bolzoni e Giuseppe D’Avanzo, quello che parla del passaggio di potere dai padri ai figli. Pagine in cui i due giornalisti raccontano le spavalderie dei giovane Riina: quando costringeva un benzinaio a fargli il pieno della sua Audi nonostante ci fosse il razionamento del carburante e l’ordine di fare rifornimento solo a mezzi di soccorso e a quelli delle forze dell’ordine («L’ordine qui sono io», aveva ricordato al benzinaio). O quando – intercettato – parlando delle stragi di Capaci e di via D’Amelio disse: «Perché noi le corna gliele facevamo a tutti i i compagni e dirgli “qua in Sicilia ci siamo noi”, forse da là sopra in poi ci siete voi, ma “cca semu nuatri”». Salvo Riina per molti rappresenta l’evoluzione dei “corleonesi”: meno ruvido, più svelto nei ragionamenti, più consapevole del se stesso e del proprio futuro. Più portato al dialogo e preparato. Giuseppe Salvatore Riina è stato arrestato nel giugno del 2002 per mafia ed estorsione. Condannato a 8 anni e 10 mesi , dopo tre anni uscì per decorrenza dei termini. Ma fu riarrestato tempo dopo, scontando l’intera pena, anche le carcere di Padova dove incontrò i voleontari della onlus.

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