Ucciso a 46 anni dalla malattia il maresciallo Pierpaolo Pignatelli

CITTADELLA. Una persona discreta, un servitore dello Stato che sapeva unire grande intelligenza a qualità umane non comuni: si è spento ieri mattina, all'ospedale di Vicenza, il maresciallo Pierpaolo Pignatelli. Aveva 46 anni, viveva con la famiglia a Camisano Vicentino e prestava servizio a Cittadella; lascia la moglie Chiara Colombo e i figli Giorgia e Stefano. Un tumore ai polmoni, che lo aveva colpito la prima volta 5 anni fa, si è ripresentato a luglio: in pochi mesi ne ha fiaccato le resistenze. Pignatelli era entrato nell'Arma 25 anni fa; tra il 2004 e il 2005 è stato in missione in Kosovo; il 18 aprile 2011 il suo arrivo a Cittadella. Il capitano Marco Stabile ne ricorda la dedizione per il lavoro e la gentilezza: «Ogni mattina faceva capolino in ufficio con un limpido “buongiorno comandante”. Era silenzioso, entrava e usciva in punta di piedi dalle situazioni, sapeva mantenere la calma anche di fronte alle questioni più complesse, per questo tutti gli volevamo bene». Si era distinto: «Al suo arrivo ha sostituito il comandante del Radiomobile, coordinando una ventina di persone. Ha seguito un'operazione anti- droga, sgominando un traffico internazionale che ha portato all'arresto di 10 persone e al sequestro di 2,6 tonnellate di marijuana. Un generoso, faceva appostamenti senza mai risparmiarsi». Suonava la chitarra, amava la musica, con ogni probabilità sarebbe toccato a lui guidare il Radiomobile. «L'ho incontrato mercoledì», aggiunge il capitano, «gli avevano cambiato terapia, voleva tornare a casa e riprendere il lavoro». «Mi ha reso una donna migliore»: la moglie lo ricorda con parole dense di riconoscenza e affetto. «Era una persona molto riservata. La malattia è stata scoperta casualmente a seguito di un incidente stradale. Dopo l'operazione tornò a star bene. Ma a luglio il male si è ripresentato: è stato sottoposto a sedute di chemio e radioterapia; un mese fa, il ricovero a Vicenza». Non si è mai arreso: «Pensava al suo lavoro, era smanioso di riprendere le indagini, un'energia che gli ha permesso di non arrendersi mai; ha affrontato la malattia con coraggio, ottimismo». Il funerale sarà celebrato domani alle 15 nella chiesa di Camisano Vicentino, oggi alle alle 19 il rosario di suffragio.
Silvia Bergamin
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