Un avvoltoio a Palazzo Grassi

Aspettando «Il mondo vi appartiene», Punta della Dogana va
Caroline Bourgeois curatrice delle due mostre veneziane
Caroline Bourgeois curatrice delle due mostre veneziane
Èpartita abbastanza bene Elogio del Dubbio, la nuova mostra sulla collezione di François Pinault su cui ieri il direttore di Palazzo Grassi Martin Bethenod ha fatto il punto, in occasione di una visita guidata all'esposizione condotta dalla curatrice Caroline Bourgeois: «Nei primi 26 giorni di apertura - ha spiegato Bethenod - abbiamo avuto 14.208 visitatori a una media di 739 al giorno. Ma anche i cinque giorni di apertura gratuita destinata ai veneziani, hanno visto poco meno di 350 visitatori locali al giorno, a testimonianza che anch'essi cominciano a frequentare la Punta della Dogana. Vogliamo avere un radicamento più stretto con la città e presto lanceremo anche nuove iniziative, mentre è già ripreso il ciclo di incontri L'Opera Parla e presto riprenderanno anvche gli incontri con gli artisti della collezione Pinault, uno al mese». Da parte sua il Comune di Venezia - che, attraverso il Casinò ha raddoppiato i suoi rappresentanti nel Consiglio di amministrazione di Palazzo Grassi, che ora sono l'amministratore delegato della casa da gioco Vittorio Ravà e l'attuale direttore della Fondazione Musei Civici Giandomenico Romanelli - chiede una maggiore collaborazione di monsieur Pinault con la città e le sue istituzioni. Dall'altro lato del Canal Grande, fervono i preparativi per la riapertura di Palazzo Grassi con la mostra Il mondo vi appartiene (che sarà inaugurata il 2 giugno, in concomitanza con la Biennale), raccolta di opere di una quarantina di artisti provenienti da venti Paesi, sempre saldamente della collezione Pinault. Già autorizzate dal Comune di Venezia le due maxisculture esterne a Palazzo Grassi, per la mostra, destinate a far discutere. Già dalla fine di maggio, i turisti che percorreranno il Canal Grande in vaporetto, vedranno comparire sulla facciata di Palazzo Grassi, su una delle finestre, un gigantesco avvoltoio, teoricamente pronto a balzare su di loro.  Si tratta di Waiting, la scultura in fibra di vetro, silicone e piume, opera degli artisti cinesi Sun Yuan e Peng Yu, già presenti alla Biennale Arte del 2005, quando nel Giardino delle Vergini dell'Arsenale misero in scena una curiosa performance incentrata sull'impossibile decollo di un primitivo Ufo fabbricato da un visionario contadino cinese. Sotto l'avvoltoio, sulla terrazza galleggiante davanti alla facciata di Palazzo Grassi, farà invece la sua comparsa L'Homme Pressé, l'Uomo Schiacciato, del giovane artista britannico Thomas Houseago, presente con una sala anche nella mostra in corso a Punta della Dogana. Sarà difficile non notare l'«omone» alto dodici metri e fatto di bronzo, ferro, gesso, legno e alluminio. «Un gigante in procinto di muovere il primo passo verso un ambiente nuovo e sconosciuto» - fa sapere Palazzo Grassi - facendo naturalmente attenzione a non cadere in acqua.

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