Un gruppo misto senza regole con due italiani e due albanesi

Ecco chi sono i padovani arrestati nell’ambito dell’operazione “Hope”. I due albanesi e il moldavo, accusati di essere gli esecutori materiali della violenta aggressione, si trovavano già in carcere per altri reati.
EDUARD KETA
Nato a Burrel, in Albania, 35 anni, è residente a Maserà, in un appartamento di via Fiume 19. Abita in un condominio in cui vivono diverse famiglie straniere, ma anche cittadini italiani. Meta è stato raggiunto dal provvedimento di fermo nel carcere Due Palazzi di Padova. Ha precedenti per rapina e spaccio di droga ma il fatto più eclatante in cui è stato coinvolto risale a nove anni fa, quando in compagnia di un complice programmò di assaltare la villa di un industriale di Dolo per prenderlo in ostaggio e svaligiargli la casa e l’azienda. La banda intendeva entrare in azione prima di Ferragosto del 2010 ma sulle loro tracce c’erano già i carabinieri, che tenevano d’occhio da tempo i malviventi. A quel punto i militari hanno deciso di stringere i tempi per ottenere le ordinanze di custodia cautelare per una precedente rapina e sventare così il nuovo colpo. Nello stesso indirizzo di residenza di Maserà ha sede anche una ditta intestata all’albanese, la Keta Cars, società in accomandita semplice per il commercio al dettaglio e all’ingrosso di auto e autoveicoli leggeri.
KLEANT CURRI
Albanese di Dushaj, 25 anni, anch’egli si trova già dietro le sbarre per scontare una precedente pena. Se il giovane è noto alle forze dell’ordine altrettanto non si può dire a Maserà, Comune in cui risulta domiciliato. In paese è un perfetto sconosciuto e nemmeno all’anagrafe vi sono sue notizie. Probabilmente non aveva una dimora fissa e si spostava con frequenza in località diverse, ospite di qualche connazionale, nel tentativo di far perdere le proprie tracce.
fabio campagnaro
È uno dei due italiani del grupo (l’altro è Alberto Reale, 42 di Padova). Sposato con due figli minori, Fabio Campagnaro, 49 anni, vive a San Giorgio in Bosco. Di professione artigiano, si era specializzato nel montaggio di infissi in alluminio, con un’attività che aveva preso piede. Ad un certo punto qualcosa si è inceppato e si è trovato in crisi finanziaria; di conseguenza, di fronte alle pretese dei creditori, i suoi beni sono stati persi e andati all’asta. Dal 5 novembre risulta cancellato dall’anagrafe della popolazione residente per irreperibilità. Non sono emersi altri dettagli e, in particolare, non si è a conoscenza di quanto abbia fatto nell’ultimo periodo. Personaggio taciturno e riservato, in zona lo incrociavano ogni tanto in occasione delle tradizionali sagre di paese. La famiglia di origine è molto conosciuta a San Giorgio in Bosco, attiva e stimata.
Gheorghe Lozovan
Sempre legato al territorio dell’Alta Padovana, è nato a Calarasi in Moldavia 43 anni fa; l’uomo risulta avere il proprio domicilio a Fontaniva ed ora è associato alla Casa Circondariale di Padova. Lozovan non è conosciuto nella comunità locale ed anche le forze dell’ordine non hanno su di lui informazioni di rilievo. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova