Un liceo carico di storia «che produce devozione»

L’anniversario della scuola celebrato in un convegno aperto alla cittadinanza Un vecchio allievo, il Rettore: «Tra queste mura c’è la mia formazione umana»
Di Valentina Voi

Due giorni di incontri, ricordi e testimonianze per ripercorrere duecento anni di storia. Il Tito Livio di Padova ha concluso ieri le celebrazioni in onore del bicentenario dell'istituto con un convegno aperto alla cittadinanza. Dagli under 18 agli over 80, gli studenti sono stati i veri protagonisti della cerimonia. Compreso il più famoso degli alunni: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, a due anni dalla sua visita, ha fatto sentire la sua presenza con una lettera. La preside Albina Aurora Scala ha aperto il convegno con un saluto per poi passare la parola agli interventi di Mariarosa Davì, Mario Isnenghi e Patrizia Zamperlin.

«In questo edificio si respira un'aria particolare e sentimentale legata al luogo» ha spiegato la preside, «che produce rispetto e devozione e chi trascorre qui il suo tempo non può non sentirsi pervaso da quest'aura storica». Negli annali tra '800 e '900 si scoprono ex docenti e studenti illustri: Alberto Cavalletto, Pietro Scalcerle, Francesco Marzolo; nel '900 Diego Valeri, Carlo Steiner, Luigi Gui, Ettore Luccini, senza dimenticare l'eroismo di Mario Todesco e dei suoi allievi. Commosso il ricordo di un ex studente come il Rettore Giuseppe Zaccaria. «Tra queste mura ho assorbito una formazione non solo didattica ma anche e soprattutto umana che ha rappresentato per me, come pure per i ragazzi di tante generazioni, una solida quanto preziosa base per il percorso futuro». «In una scuola degna di questo nome il metodo è altrettanto importante del contenuto» ha aggiunto, «non si tratta tanto di spiegare ai giovani com'è fatto il mondo, quanto di dare loro gli strumenti per arrivare a capirlo da soli».

Guarda al futuro anche il direttore generale degli Ordinamenti Miur Carmela Palumbo: «Questa è una scuola che ancora può assicurare una formazione di base forte rispetto ad uno scientismo talvolta esagerato». Un libro raccoglierà le testimonianze, scritte e iconografiche, di questo capitolo di storia padovana.

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