Un locale di tendenza alla fornace Manzoni
I proprietari pronti a cedere l’antico manufatto: «Ristorante, pub o pizzeria la destinazione ideale»

MONSELICE. Svetta, nelle vicinanze di villa Pisani, un eccezionale reperto di archeologia industriale: è l’antica fornace di calce di proprietà dei Manzoni, nota ai monselicensi come Fornace Manzoni. L’edificio in mattoni, riconoscibile per la forma circolare “insaccata” da cerchiature di ferro, è inutilizzato dal 2008, ovvero da quando la ditta Fratelli Manzoni snc si è trasferita in viale Tre Venezie.
«Mio nonno Cesare», racconta Vittorio Manzoni, titolare insieme al fratello dell’omonima ditta, «lavorava sotto Altieri, il precedente proprietario della fornace (si rilevano tracce della sua esistenza già dalla metà dell’Ottocento) e nel 1949 l’ha acquistata proseguendo l’attività per cui la struttura era nata, ovvero cuocere il sasso (il calcare) per trasformarlo in calce viva. Questa piccola industria è rimasta in funzione solo per pochi anni: mio nonno è rimasto vittima della spietata concorrenza della nuova calce idraulica, prodotta a costi inferiori. Per questo motivo, dal 1954, il complesso è stato utilizzato come deposito per prodotti agricoli, mangimi, mais, sementi, adattandosi in maniera graduale alle esigenze della ditta, che con l’arrivo di noi nipoti negli anni Ottanta, ha virato nella rivendita di attrezzature da giardinaggio».
Vittorio è nato nel 1963 e suo fratello nel 1960: i due rampolli sono sbarcati in un’azienda già avviata e il periodo industriale vive nei racconti del nonno Cesare, mancato nel 1997. «È uno spazio di 300 mq a un piano unico», dice, «si accede attraverso una scala a un vano superiore dove si accumulava il carbone. L’edificio è in buone condizioni (il tetto e i muri non presentano criticità) ma è sporco a causa dell’inutilizzo da più di dieci anni. Siamo intenzionati a venderlo: già nel 2006, quando non avevamo ancora le idee chiare sul trasferirci o meno, ci era stata fatta la proposta di trasformarlo in un ristorante - pub - pizzeria e secondo noi la location si presterebbe bene per questa destinazione d’uso». Negli anni in cui era attiva la fornace dava lavoro a quattro, cinque persone.
Camilla Bottin
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova
Leggi anche
Video