Un piano di troppo, in tre nei guai
Rischiano il processo l'impresario, il suo tecnico e un dirigente comunale

RESIDENCE. Il progetto degli Aceri a Noventa Padovana
NOVENTA.
Un complesso residenziale di ultima generazione denominato «Gli Aceri», realizzato a Noventa Padovana in via Marconi, ha messo nei guai il titolare dell'impresa Emmegibi con sede a Vigonza e il direttore dei lavori nel cantiere per abuso edilizio, mentre il responsabile dell'ufficio tecnico comunale noventano si è ritrovato indagato per abuso d'ufficio.
Vari edifici su tre livelli che utilizzano fonti rinnovabili di energia, per un totale di una ventina di unità abitative circondate da verde: il progetto, parte integrante del piano di recupero denominato «Gli Aceri», ottiene il via libera dell'amministrazione comunale. E nel dicembre 2008 ha il via la realizzazione completa delle opere. Opere che, una volta edificate, lievitano di un piano. Il sottotetto, infatti, risulta «gonfiato» tanto da rendere possibile la realizzazione di superfici residenziali mansardate ulteriori rispetto alle previsioni. Ben 1213 metri cubi che vanno ad aggiungersi alla volumetria originariamente autorizzata dal Comune e dichiarata dalla stessa società costruttrice. Tuttavia ad un certo punto gli organi tecnici comunali di Noventa si accorgono che qualcosa non quadra. Scattano le verifiche e si scopre che la struttura è stata ampliata. Viene emessa un'ordinanza che impone la demolizione della cubatura ritenuta abusiva. Emmegibi cerca di correre ai ripari per evitare un intervento così d'impatto su tutta la realizzazione. Alla fine, viene trovato una sorta di compromesso: senza demolire alcunché, l'impresa si impegna a rendere inutilizzabile sotto il profilo abitativo il piano in eccesso, ricavato nel sottotetto, non attrezzandolo di scale di collegamento con il resto dell'edificio. Così il 30 luglio 2009 il responsabile dell'ufficio tecnico del Comune esprime parere favorevole al permesso di concessione in sanatoria, in quanto il sottotetto rispetta le prescrizioni. Ma la segnalazione finisce in procura. E l'indagine coordinata dal pubblico ministero Paolo Luca, ormai chiusa, rischia di portare a processo l'impresario, il suo tecnico e il dirigente comunale.
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