Un pittore svela il demone nascosto nelle vesti della Gioconda

TREVISO. Demoni, serpenti, pesci, leopardi, scimmie, persino un dinosauro. Dalla Gioconda alla Dama con l’Ermellino, dalla Vergine con Sant’Anna e il Bambino all’autoritratto di Torino, tutte le opere di Leonardo sarebbero piene di figure esoteriche, disseminate nelle pieghe delle vesti, celate nel fluire di barbe e capelli, nascoste ad arte negli elementi di paesaggio. Partito dalla scoperta delle «critte celate», una tecnica di scrittura nascosta che sarebbe usata dai pittori dell’antichità e tramandata di bottega in bottega come sorta di incancellabile autentica, il pittore trevigiano Luciano Buso torna a chiedere l’attenzione di storici e critici con un nuovo studio che promette di far discutere.
Così come le firme, anche le figure criptate, secondo lo studioso, avrebbero avuto un po’ la funzione di «logo» dell’artista. Insieme di mandare messaggi al suo spettatore più accorto. E Leonardo non sarebbe l’unico ad aver praticato questa sorta di pittura nella pittura, tanto che figure varie, sostiene Buso, si ritrovano anche nelle opere di altri grandi dell’antichità, da Giotto a Giorgione, oltre che nelle tele di autori molto più recenti.
«Come una firma ufficiale - scrive il pittore in “Immagini esoteriche nelle opere di Leonardo Da Vinci”, in corso di pubblicazione (Acelum) - queste immagini sono in grado di stabilire nei modi esecutivi, nelle differenti personalità, nei diversi motivi rappresentati, la mano esecutrice di ogni singolo autore». Ne viene fuori un bestiario stupefacente, che Buso ritrova e legge in tutti i più celebrati dipinti del genio toscano. A cominciare dalla Gioconda, assediata da un demone «che la scruta minaccioso», ma anche da «una serpe che si insinua nelle sue braccia». Immagini spaventose ma non solo, visto che nel grembo della Monna Lisa Buso ritrova «labile all’incrocio delle braccia» la testa di un bambino.
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