Una app per far comunicare i sordi con il 113

È stato sottoscritto a Padova un protocollo d’intesa tra la Questura e l’Ens (Ente Nazionale Sordi) per permettere anche ai non udenti di contattare la centrale operativa in caso di emergenze. Il servizio «Progetto sos sordi» permette ai sordi di contattare il 113 anche via mail scrivendo dal proprio smartphone all’indirizzo emergenzasordi.quest.pd@poliziadistato.it oppure scaricando una applicazione (per il momento a disposizione solo per dispositivi Apple).
«Si tratta di un progetto nazionale» ha spiegato il questore Ignazio Coccia, «ma partito qualche anno fa proprio da Padova, quando per primi abbiamo dato l’opportunità ai non udenti di contattare la centrale operativa attraverso gli sms».
A collaborare al progetto anche l’Aci. Soddisfatti dell’iniziativa il presidente provinciale Ens Maurizio Drago e il vicepresidente regionale Ens Rocco Roselli.
Dunque cambia profondamente anche il sistema di comunicazione con il 113. La polizia si adegua ai tempi e alle esigenze dei cittadini e si rende raggiungibile attraverso i nuovi mezzi. In questi giorni la centrale operativa della questura è stata dotata di nuovi dispositivi in grado di ricevere contributi multimediali come foto e video. L’operatore in turno alla centrale operativa, oltre alle normali telefonate, sarà avvisato anche sul monitor (attraverso un allarme sonoro) di eventuali segnalazioni fatte da non udenti.
«Noi vogliamo fare in modo che ci sia un contatto immediato tra la Questura e la collettività» ha evidenziato il questore Coccia, «questo protocollo è importante perché facilita l’accesso al 113. Spero che quanto fatto in questo caso dalla polizia possa servire a velocizzare il processo di integrazione».
«È dal 1999 che tentiamo di percorrere questa strada con le aziende sanitarie» aggiunge Maurizio Drago, «ma con la polizia è stato tutto molto più veloce e ne diamo volentieri atto. La comunicazione attraverso rete fissa è ormai superata da telefonini e tablet. La necessità di comunicare con le forze dell’ordine, il più delle volte, viene avvertita quando le persone si trovano sulla strada. Questo progetto consente anche a noi di poter interagire come qualsiasi altro cittadino».
Padova si conferma quindi città pilota a livello nazionale per questo tipo di esperienza. Nei prossimi giorni partiranno i corsi di aggiornamento per addestrare gli operatori di centrale e renderli idonei ad utilizzare le nuove apparecchiature. Quando l’applicazione prenderà piede, basterà digitare sul touch screen dello smart phone per avere un accesso diretto al pronto intervento. Testi, certo, ma anche fotografie: immagini in grado di denunciare una situazione di pericolo o degrado. Un modo per venire incontro a tutti, per rendere un servizio più fruibile, per dare seguito alle istanze dei cittadini. Anche questo significa creare sicurezza. (e.fer.)
@enricoferro1
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