Uso di cocaina, commesse licenziate

Identificati dai carabinieri 250 clienti di «Zico», lo spacciatore alla moda
Souad Zouaki
Souad Zouaki
 Tre commesse sono state licenziate dopo che i rispettivi titolari hanno scoperto che la patente era stata loro ritirata per uso di cocaina e non per eccesso di velocità. E' questo uno degli effetti collaterali della maxi-inchiesta conclusa nei giorni scorsi dagli uomini dell'Aliquota operativa del Radiomobile di Padova diretta dal tenente dei carabinieri Luca Bordin, che hanno arrestato 30 persone (12 di queste su ordinanza di custodia cautelare), smantellando, di fatto, un'organizzazione interetnica in grado di spacciare tremila euro di stupefacente al giorno, in prevalenza cocaina, ma anche eroina, marijuana (skunk) e hashish, a seconda delle richieste. In totale i militari, in due anni di indagini (coordinate dal pm Paola De Franceschi), hanno sequestrato più di 60 chili di droga.  Tutto girava attorno a Zied Brahimi, tunisino di 28 anni, detto «Zico», il quale aveva «in portafoglio» ben 250 clienti fra commesse, baristi, imprenditori, liberi professionisti padovani e vicentini. «Zico», che viveva in via Monte Sabotino con la moglie italiana, spacciava soprattutto in zona Chiesanuova e davanti ai locali notturni Anima e Barabba di via Vicenza, dove il giovane si dava appuntamento per lo scambio che avveniva nelle buie vie della zona Palestro.  Oltre alle commesse licenziate, a dover andare in Prefettura per ritirare la patente dopo il periodo di sospensione, sono stati sei avvocati (tutti iscritti al Foro di Padova e tutti di circa trent'anni), alcuni imprenditori, un ingegnere nucleare, diversi infermieri (nessun medico) e tantissimi studenti.  Il business di Zied Brahimi andava a gonfie vele tanto che l'uomo, quando si prendeva un periodo di vacanza, lasciava la lunga lista di clienti al cugino, che provvedeva ai bisogni di tutti. Grazie anche alla collaborazione delle persone fermate dopo l'acquisto, i carabinieri hanno cominciato a «disegnare» l'organigramma della banda che aveva al vertice gli albanesi e ad un livello inferiore i tunisini, specializzati nello spaccio al dettaglio. Gli italiani arrestati (ad alcune persone sono stati concessi gli obblighi di dimora) erano utilizzati dai capi della banda per pagare le partite di droga in arrivo dall'Olanda, via Parigi e Milano. I boss (gli albanesi), infatti, li consideravano dei cassieri affidabili, perché meno sospettabili rispetto agli stranieri. Uno degli arrestati Mihai Popa, anche in cella (una volta arrestato) continuava ad impartire gli ordini, grazie ad un telefonino che la banda gli aveva fatto arrivare in un carcere del Nordest. I carabinieri, una volta intercettato, hanno atteso di conoscere i destinatari delle telefonate prima di avvertire le guardie carcerarie che hanno perquisito la cella e sequestrato il telefono illegale.  Nel dettaglio, durante l'indagine, sono stati sequestrati 45 kg di eroina, 20 kg di marijuana tipo skunk, 2 kg di cocaina e 800 grammi di oppio in un penultimo stato di raffinazione all'eroina che una volta lavorati (mescolati insieme al paracetamolo) sarebbero diventati circa 8 kg di eroina pronta all'uso. Inoltre sono stati sequestrati 30 mila euro in contanti, uno scooter e cinque auto, utilizzati per il trasporto dello stupefacente. Per agevolare i loro appuntamenti gli arrestati utilizzavano 60 telefoni cellulari di ultima generazione, e ben 300 sim-card di diverse compagnie telefoniche.  In cella, in questi due anni, sono finiti anche Alessandro Da Col, bellunese di 36 anni (trovato in possesso di circa 10 grammi cocaina); Riccardo De Franceschi, residente a Piove di Sacco in via Kennedy 6, 31 anni (in possesso di circa 10 grammi cocaina); Mourad Assne, tunisino di 36 anni; Souad Zouachi, marocchina di 36 anni (in possesso di 100 grammi cocaina); Mountassar Belili, tunisino di 25 anni; Genoveva Ghiunghius, rumena di 32 anni; Ilir Junizi, albanese di 43 anni, residente a Padova in via Malibran 7; Rudina Jonuzi, albanese di 35 anni, residente a Padova in via Malibran 7; Andrei Mihai Popa, rumeno di 22 anni (in possesso di 3 kg di eroina); Bleda Golloshi, albanese di 30 anni (in possesso di 800 grammi di oppio grezzo); Klodian Lipnikova, albanese di 27 anni (20 kg di skunk); Andi Dhima, albanese di 27 anni; Alexandra Bigu, rumena di 24 anni; Marian Alin Bigu, 20 anni (25 kg di eroina nel garage) Soel Laci, albanese, 22 anni (3 kg di eroina nello scooter); Fatos Alushllari, albanese di 42 anni; Luciano Dainese, 46 anni, residente ad Albignasego in via Don Bosco.  

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