Ustica, bomba nella toilette del Dc9 Lachina: «Una vergogna, siamo stanchi»
MONTEGROTTO.
A causare la strage del D9 Itavia che il 27 giugno 1980 precipitò nel mare di Ustica uccidendo 81 persone fu una bomba messa nella toilette di coda - ha affermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, durante una conferenza stampa ieri in Prefettura a Bologna - Non un altro aereo che passando radente fece collassare il velivolo, tantomeno un missile». In sala erano presenti anche alcuni parenti di vittime, tra i quali i fratelli Lachina di Montegrotto che persero, appena ragazzi, il papà Giuseppe e la mamma Giulia Reina che erano a bordo dell'aereo partito da Bologna e diretto a Palermo. Alle due vittime il sindaco di Montegrotto ha dedicato una via. «E' una vergogna, siamo stanchi. A chi devo credere in questa Italia? Al giudice Priore o a lei oppure a Cossiga?» ha chiesto amareggiata Elisabetta Lachina a Giovanardi. «Si fa presto ad infangare il lavoro di un bravo magistrato», ha aggiunto più tardi, uscendo dal museo, dove sono conservati i resti dell'aereo. Sulle affermazioni del sottosegretario è intervenuto anche il candidato sindaco di Bologna, Virginio Merola: «Esiste una sentenza della magistratura su Ustica: l'aereo fu abbattuto». Il sottosegretario ha ribadito: «Francesi e americani ci hanno risposto decine di volte «noi non c'entriamo nulla» ci sono anche lettere personali di Clinton e Chirac in tal senso». A dar supporto alla sua tesi le parole di Aurelio Misiti, del collegio che svolse, dal 1990 al 1994 la perizia sulla carlinga dell'aereo. «Per un anno abbiamo cercato il missile - ha affermato - ma non siamo riusciti a trovare evidenze. A causare l'esplosione fu uno scoppio all'altezza della toilette».
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