Vaccinazioni: «Il 22 tocca alle categorie a rischio»

Incontro tra la Conferenza dei sindaci e il vertice dell’Usl 6. No alla richiesta di un punto di somministrazione in più a ovest
ZAGO . AG.FOTOFILM . TREVISO . CA' FONCELLO PRIMI VACCINATI AL COVID19
ZAGO . AG.FOTOFILM . TREVISO . CA' FONCELLO PRIMI VACCINATI AL COVID19

PADOVA. La programmazione della campagna vaccinale non si fa rallentare dai ritardi sulla distribuzione delle fiale e avanza spedita.

Giovedì la direzione strategica dell’Usl 6, composta dal direttore generale Domenico Scibetta, il direttore sanitario Patrizia Benini e il numero uno dei servizi sociali Paolo Fortuna hanno “incontrato” la Conferenza dei sindaci per fare il punto della situazione sull’epidemia e, soprattutto, sulle prospettive della campagna vaccinale.

La premessa è d’obbligo: il programma di immunizzazione dell’Usl dipende tutto dalla tempestività dell’arrivo delle dosi e ulteriori slittamenti o tagli in corsa nelle forniture, come avvenuto di recente don Pfizer, possono mettere in discussione il cronoprogramma.

In via di completamento le vaccinazioni agli operatori socio-sanitari, il primo step fuori dalle strutture sanitarie e dalle case di riposo si consumerà lunedì con una sorta di prova tecnica di vaccinazione di massa: nel centro allestito nel padiglione 6 in Fiera (ingresso da via Rismondo) in programma l’avvio dell’immunizzazione dei medici della sanità privata. L’idea è di cominciare con seicento persone al giorno fino a mercoledì, dalle 8 alle 19, e poi vedere come procede il magazzino.



Quindi il 15 sarà la volta degli ottantenni: in queste ore stanno cominciando ad arrivare le prime lettere di convocazione da parte dell’Usl ai nati nel 1941. Dei 7.500 aventi anagraficamente diritto, sono 6 mila quelli che saranno coinvolti nelle vaccinazioni pubbliche, mentre i restanti rientrano tra gli ospiti delle case di riposo o tra coloro che riceveranno la somministrazione in situazioni protette.


Il 22 febbraio dovrebbe toccare quindi ai nati nel 1940, per proseguire la settimana successiva con i nati nel 1939 e quella dopo con la classe del 1938 (indicativamente l’8 marzo).


Nel frattempo, tuttavia, il direttore Scibetta ha annunciato ai sindaci che sempre lunedì 22 avrà inizio anche la somministrazione ai lavoratori dei servizi essenziali, dai farmacisti alle forze dell’ordine e gli insegnanti.


Confermati i sei punti vaccinali individuati dall’Usl, sulla base delle proposte avanzate dai Comuni, rispondenti ai requisiti richiesti ovvero a ridosso di strade di percorrenza e dotati di un parcheggio accessibile. Individuati il padiglione 6 in Fiera per i residenti in città, area termale e cintura, i palazzetti dello sport di Cittadella, Loreggia e Piove di Sacco, l’ex ospedale di Monselice e il chiostro degli Zoccoli di Este.


Nel corso dell’incontro, i sindaci dei comuni dell’area dei Colli hanno ribadito la necessità di un centro vaccinale: «È stato un incontro costruttivo» esordisce il presidente della Conferenza dei sindaci, nonché primo cittadino di Noventa Padovana Alessandro Luigi Bisato «in questo momento infatti è quantomai importante confrontarsi sullo stato dell’arte. Anche perché le dosi di vaccino a disposizione sono talmente risicate che si procede giorno per giorno. Durante l’incontro, inoltre, alcuni colleghi dell’area dei Colli hanno rinnovato la richiesta di un ulteriore punto vaccinale ma l’Usl ha ribadito a sua volta che in questo momento i punti a disposizione sono sufficienti a garantire il fabbisogno: al momento non c’è rischio che si crei un effetto imbuto e, diversamente, aprendone di nuovi, si finirebbe per sottoutilizzare quelli previsti».




Tra i nodi affrontati, il trasporto degli anziani autosufficienti ma non autonomi, verso i punti vaccinali: «I Comuni si sono impegnati ad essere proattivi cercando di venire incontro alle esigenze che si dovessero creare soprattutto sul fronte del trasporto degli anziani» prosegue Bisato «ci sono già i servizi dell’Auser o del privato sociale che effettuano a chiamata il trasporto. Si tratterà di incrociare i dati degli over ottanta con i servizi sociali per verificare se ci siano esigenze in questo senso, in modo da assicurare a persone in difficoltà con gli spostamenti privati servizi alternativi». —





 

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