«Vendo, non mi fanno lavorare. Razzisti perché sono di Napoli»

ABANO TERME. «Metto in vendita il bar, perché me ne stanno facendo passare di tutti i colori. Forse perché sono meridionale dà fastidio la mia presenza ad Abano».
Sono parole forti quelle pronunciate da Simona Parlato, 35enne originaria di Napoli, titolare da due anni del bar Le Plaisir di via Configliachi, ad Abano. La donna, che una decina d’anni si è trasferita nel Padovano e risiede a Monselice, non ne può più di una guerra che si è scatenata fin dal suo arrivo contro il suo locale.
«Arrivano in continuazione controlli da parte di guardia di finanza, vigili, carabinieri, Uls», sbotta Simona (il padre è cugino dell’ex calciatore e allenatore del Calcio Padova, Carmine Parlato) «ogni giorno è una battaglia contro le segnalazioni fatte da parte di qualcuno che mi vuole male e che vuole che io getti la spugna. Tutte le segnalazioni non hanno mai portato a nulla, perché in questo bar si distribuiscono bevande, si fa divertire la gente, si fa karaoke».

La titolare del Plaisir è durissima e chiama in causa una sorta di razzismo nei confronti dei meridionali, che secondo lei è evidente.
«Non sono una camorrista, qui non si spaccia droga» dice senza mezzi termini. «Sono arrivati a dirmi di tutto pur di farmi chiudere e mettermi in difficoltà. Hanno persino creato un profilo falso su Facebook per insultarmi e screditare il mio bar. Hanno anche scritto che Lampedusa è più pulita del mio locale. Sono cose assurde, che non hanno senso e basta davvero passare di qua, per capire che sono infondate. Ribadisco, se non fossi originaria del Sud Italia le cose sarebbero ben diverse».
Dopo aver lavorato in un locale di Monselice e all’Orlando Furioso di Giarre, due anni fa Simona Parlato ha tentato con entusiasmo l’avventura in proprio con il bar che un tempo si chiamava Divina Ebbrezza ed era gestito da Anna Reghin: «Da sempre qui si fa karaoke» spiega «Anche con la vecchia gestione si faceva. Eppure, ogni volta che facciamo cantare la gente arrivano lamentele, controlli. Faccio presente che la musica viene abbassata alle 23.30 e confusione di certo non se ne sente».
«Sono stanca» prosegue «Ho chiesto di recente il permesso per fare un evento all’esterno e mi hanno detto che non ho le correzioni acustiche necessarie. Il bar e la licenza esistono da 40 anni e ora ci sono mille problemi? Io voglio solo fare eventi per dare un po’ di vita ad Abano. A qualcuno non va giù e, tengo a precisare, non ce l’ho con l’Amministrazione, i carabinieri, i vigili e i finanzieri, che vengono chiamati e fanno il loro lavoro».
Ma ora il locale è stato messo in vendita con un annuncio sulla pagina Facebook: «E da lunedì fuori dal locale apparirà un cartello grande con su scritto vendesi» annuncia. «E sarà indicato anche il prezzo, che sarà di 50 mila euro per gli italiani e di 15 mila euro per cinesi, romeni e moldavi. Voglio vedere quando cambierà gestione e ci saranno altri se qualcuno si renderà conto di quello che ha fatto. Ho lavorato due anni per portare bella gente al Le Plaisir, tutta di età compresa tra i 40 e i 60 anni. Ho fatto una pulizia enorme, allontanando la gentaglia che arrivava da qui vicino. Sono stanca, sto male fisicamente, tutta questa storia mi ha logorato e di notte ormai non riesco più a chiudere occhio. Mi stanno facendo passare le pene dell’inferno. Essere meridionale al Nord forse è ancora un problema anche nel 2019. Ora chiudo e me ne torno a Napoli». ––
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