VERSO IL BALLOTTAGGIO Rossi: «Giovani all’ex Foro Boario». Bitonci: «Una banca sociale»

Pochi giorni al ballottaggio: domenica si vota. L’ultima iniziativa del sindaco “reggente”: «Portiamo 8 milioni di euro in città grazie a un bando europeo per la struttura di corso Australia». Bitonci lo attacca sulle tasse: «Grazie a lui Padova città più tassata d’Italia»
BARSOTTI CONFRONTO BITONCI-ROSSI ANTENNA 3 RUBANO
BARSOTTI CONFRONTO BITONCI-ROSSI ANTENNA 3 RUBANO

PADOVA. Pochi giorni al voto per il ballottaggio. Il confronto tra i due candidati è sulle proposte per il governo della città. Ecco cosa hanno detto nelle scorse ore Ivo Rossi e Massimo Bitonci.

Rossi: «Start up per i giovani all’ex Foro Boario di corso Australia». Cinquanta nuove start up all'ex foro boario di corso Australia, e spazio per almeno 200 giovani nei 1500 metri quadri di co working nella cittadella della creatività giovanile di piazzetta Gasparotto. Sul piatto otto milioni di euro provenienti da fondi comunitari aggiudicati a Padova, per favorire imprenditorialità e occupazione per almeno 800 persone, secondo le stime del progetto stesso, specie per gli under 35. Sono le linee di intervento illustrate oggi in conferenza stampa dal sindaco reggente di Padova Ivo Rossi, che ha illustrato la strategia dell'amministrazione comunale che Ivo Rossi si candida a guidare nei prossimi 5 anni. «L'unione delle principali istituzioni del territorio di Padova ha fatto la differenza nell'assegnazione dei fondi comunitari del progetto. Questi otto milioni di euro saranno fondamentali per dare nuovo slancio all'occupazione a Padova. Il nostro obiettivo è quello di generare direttamente e indirettamente 5000 posti di lavoro nei prossimi 5 anni. Con questo progetto possiamo dire che i primi passi saranno possibili sin da subito». A dirlo il candidato sindaco Ivo Rossi, presentando oggi il risultato del bando: «Fare rete per competere - sperimentare l'innovazione per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva dei sistemi produttivi veneti» a cui il Comune di Padova ha partecipato presentando un progetto articolato, aperto a università e Confindustria Padova classificandosi al primo posto. «Complessivamente a Padova verranno assegnati circa otto milioni di euro - spiega Rossi - attraverso i quali le piccole e medie aziende della città e della cintura potranno investire nella nuova formazione tecnica e culturale dei lavoratori per elevare la loro professionalità e innovare gli obiettivi aziendali salvaguardando i posti di lavoro a rischio e aprendo nuove occupazioni ricollocando nel mercato dei beni e dei servizi chi ne è uscito o rischia di uscirne per inadeguatezza e non competitività del prodotto e impossibilità di innovazione per assenza di risorse finanziarie».

Bitonci: «Una banca sociale, simile al microcredito». «Una banca, concepita come Ente morale al servizio della comunità locale. Questo chiede Padova Sociale, per tutelare le famiglie e le piccole imprese. La proposta ricalca la nostra idea di realizzare agenzie di sviluppo economico basate sul microcredito. Quando sarò eletto sindaco, la prenderemo seriamente in considerazione, per favorire un'economia sana, fondata sul risparmio e sugli investimenti», è la proposta del candidato sindaco Massimo Bitonci.

Il candidato leghista attacca il rivale Ivo Rossi sulla proposta di taglio delle tasse: «Nel programma elettorale di Ivo Rossi, depositato in Comune, non c'è una virgola a proposito dell'abbassamento delle tasse. Non solo: Rossi aveva la possibilità e il potere di portare il bilancio preventivo in Consiglio Comunale, definendo le aliquote delle nuova Iuc, che vuole dire Tasi, Imu e Tari. Non lo ha fatto. Ora le sue dichiarazioni sul taglio delle tasse, che poteva già operare poche settimane fa, non sono credibili. Se Padova è la città più tassata d'Italia il merito è di Rossi-Zanonato, che negli anni, invece di diminuirla, hanno aumentato la spesa pubblica. L'aliquota comunale Irpef è allo 0,8%, il massimo possibile. Nel suo programma Ivo Rossi aveva confermato l'esenzione per i redditi sotto i 15.000 euro. Oggi, temendo la sconfitta, si rimangia quanto affermato e fa deboli promesse elettorali annunciando che l'esenzione riguarderà anche i redditi fino a 16.500 euro. Il consenso dei padovani non è in vendita. Mandiamo a casa chi cerca di comprarlo, annunciando tagli che avrebbe potuto fare e non ha mai fatto».

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