Versus, il sapore retrò

Suoni anni Ottanta e una chicca con Franco Battiato
I Versus, la band padovana guidata da Daniele Dupuis
I Versus, la band padovana guidata da Daniele Dupuis
 
PADOVA
. Il gusto migliore degli anni Ottanta ti avvolge, ti incanta, e ti fa respirare un po' di Depeche, un po' di Pink Floyd ultima fase, un po' di Ultravox e cose così, punti fermi nella memoria del rock meno ruvido.  E' un sound pulito, attento, molto preciso quello dei Versus, band padovana guidata da Daniele Dupuis (che ha già alle spalle un bellissimo album con il nome d'arte di Megahertz).  Ora i Versus escono con «Retro' attivo», undici brani per l'etichetta discografica Mescal, tornata a guidare il mondo indipendente italiano grazie a quel geniaccio di Valerio Soave (già produttore di Afterhours, Bluvertigo, Subsonica, Modena city ramblers, La Crus).  La tana dei Versus, il loro punto di ritrovo, il loro spazio creativo è uno studio di registrazione fatto in casa, tra il carcere Due Palazzi e lo stadio Euganeo di Padova, un luogo dove, entrandoci, ti sembra di aver attraversato un paio di decenni all'indietro. E rivedi tastierine, chitarrine, batterie elettroniche, dischi di David Bowie, radio con le manopole. Lì dentro Daniele Dupuis, bassista e arrangiatore, un giovane padre di famiglia di notevole statura e con un occhio sempre vispo, ha creato questo progetto con la sua band che è composta dal fratello Andrea alla batteria, Francesco Costantino alle chitarre e Sandro Martino alle tastiere. Si conoscono da anni, hanno fatto decine di concerti, collaborato con molto artisti (di recente con Morgan).  Di questa prima opera dei Versus qualcosa si è già visto sulle tv musicali, con l'uscita durante l'estate del primo singolo «Torre di controllo», un british pop con riff di chitarra e organo farfisa.  Ora l'album ti butta là almeno altre due chicche. La canzone in assoluto più affascinante è «Cosa ti aspetti da questa notte», scritta a quattro mani con Lele Battista, con un testo intrigante e sospeso, e una melodia "ballade" incalzante. Nel finale interviene anche Franco Battiato, con una strofa cantata in inglese. L'altro brano di qualità è «Ragazza farfalla», così minimalista, così semplice e sereno, con quel ritornello «le ragazze sono in fiore/periodo migliore dell'anno/cosa stai preparando ragazza farfalla?».  Una curiosità: nel brano che introduce l'album, un pezzo strumentale tagliato qua e là da frasi e citazioni, si sentono dei fiati che sono stati suonati dai musicisti della banda degli artiglieri dell'Esercito italiano.

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