Via gli arredi della Vivai Schiavo

MONTEGROTTO TERME. «Damnatio memoriae» era la pena del diritto romano con la quale cancellava la memoria del passato. A Montegrotto il sindaco Riccardo Mortandello sta spulciando le carte e rivedendo quanto fatto dalle amministrazioni guidate da Luca Claudio, prima, e da Massimo Bordin poi. La «damnatio memoriae» riguarderà le targhe con la firma di Claudio; il parco Wojtyla, che diventerà Parco Mostar; l'ordinanza anti-bestemmia di Bordin; l'arredo urbano. Non però i bambini di bronzo e la carlinga dedicata ad Ustica.
Arredo urbano. Arredo urbano "abusivo" e il sindaco Riccardo Mortandello lo fa rimuovere dalla ditta che lo ha installato. È singolare la storia che riguarda da una parte il Comune sampietrino e dall'altra la ditta Vivai Schiavo di Abano, finita nell'aprile 2015 nel mirino della Guardia di Finanza per la questione Tangentopoli delle terme. Con le amministrazioni Claudio e Bordin la ditta aveva raggiunto un accordo verbale con i sindaci per la posa a titolo gratuito di alcuni elementi d'arredo all'interno del territorio comunale. Gli elementi d'arredo però non erano di fatto stati registrati con un atto formale da parte dell'ente, così in questi giorni il sindaco Riccardo Mortandello ha deciso di intervenire. «Ho inviato personalmente una lettera formale alla ditta Vivai Schiavo», racconta il primo cittadino sampietrino. «Non c'erano un atto formale e nessun progetto che prevedessero la posa di quegli elementi di arredo. Di fatto è come se fossero state posate abusivamente. Poi se Claudio o Bordin avessero degli accordi formali per il riscatto degli elementi di arredo questo non posso saperlo, ma il fatto rilevante è che non c'è alcuna giustificazione affinchè gli elementi di arredo fossero sparsi in giro per il Comune». Venerdì la ditta Vivai Schiavo si è allora diretta a Montegrotto per rimuovere gli elementi di arredo di sua proprietà. A Mezzavia sono stati rimossi il masso posizionato nei pressi del ponte e l'anfora collocata all'interno di una rotonda. «Sono stati rimossi anche un albero e dei cavalli ornamentali», aggiunge Mortandello. «L'alternativa era dover far pagare alla ditta il canone per l'occupazione del suolo pubblico. Non essendoci alcuna autorizzazione, non avevamo alternative. Gli oggetti devono essere giustificati, se non sono di proprietà del Comune. Per il momento non li sostituiremo con nulla, anche perché non abbiamo molti soldi da spendere».
Bambini di bronzo. Resteranno al loro posto i bimbi di bronzo, posizionati da Claudio per indurre gli automobilisti a rallentare. «Non ripareremo le statue che sono state rotte, come quella di via Petrarca», spiega il sindaco. «Resteranno al loro posto quelli integri, anche se l'idea dei bambini di bronzo non mi entusiasma».
Carlinga di Ustica. C'è una causa legale in corso per quanto riguarda la carlinga posizionata accanto al Palaberta in ricordo della strage di Ustica. La famiglia Colombana, che aveva ceduto al Comune in comodato d'uso la carlinga, ora la rivuole indietro, tanto da aver citato in giudizio il Comune e l'ex sindaco Bordin. «C'è una causa legale in corso», annota Mortandello. «Il monumento a Ustica è importante per Montegrotto. Dovesse risolversi la questione in maniera positiva per il Comune, la carlinga rimarrà lì».
Federico Franchin
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