Via le bici da San Giovanni «Un blitz, nessun avviso»

SAN GIOVANNI. Una sera di fine ottobre i vigili hanno portato via una ventina di biciclette da piazzale San Giovanni perché in divieto di sosta. Erano attaccate ai pali della luce e per questo rimovibili secondo il codice della strada, anche se nell’arco di 100 metri non era presente in tutta la zona una rastrelliera manco a cercarla con il lumicino.
Quelle bici erano di studenti e lavoratori che abitano nei condomini del piazzale. Se vogliono recuperare le loro due ruote dovranno sborsare 100 euro a mezzo. L’indignazione è esplosa contro l’indirizzo e-mail del comandante dei vigili, Antonio Paolocci e dell’assessore (a questo punto ex assessore) Maurizio Saia.
«Vado a lavoro in bici tutti i giorni», spiega Veronica Ruzzante, una residente, «sono stata fortunata perché non ero ancora tornata a casa e la mia bici non è rientrata tra quelle che sono state prese dalla polizia municipale, ma troviamo che sia stato un vero e proprio “blitz” programmato dei vigili contrario ad ogni buon senso». Tant’è, ma «appena l’altro giorno il Comune ha posizionato due rastrelliere (una ventina di posti in tutto) proprio in piazzale San Giovanni, dimostrando con i fatti la propria mancanza e adesso chiediamo che ci siano restituite le bici senza farci pagare una multa che riteniamo ingiusta. Oltrettutto proprio il comandante ci ha risposto che recuperare i cicli ci sarebbe costato 20-30 euro e, invece, sono 100 euro a mezzo. Il codice della strada parla chiaro, ma non ingombravano la strada o il passaggio: le hanno rimosse di punto in bianco, senza avvisarci prima, pur nell’evidenza che non c’era nessuna postazione bici per i residenti. Avessero messo prima un avviso era più corretto e avrebbero anche preso coscienza della stessa mancanza di servizio. Questo atteggiamento è una vergogna, infatti proprio il comandante Paolocci, al telefono, si è scusato».
La maggior parte dei ciclisti che sono stati colpiti dal blitx della municipale sono studenti: nessuno di loro ha 100 euro da investire per recuperare una bici che non ne vale neanche la metà, ma che pure era il loro mezzo di spostamento. «C’erano anche rottami di cicli», aggiunge la residente, «e va bene che si faccia pulizia, ma non ad occhi chiusi. È l’ennesima dimostrazione di una generale politica che va contro i ciclisti».
Elvira Scigliano
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