«Vimm, Pagano faccia un passo indietro Ombre sulle pubblicazioni di Pandolfi»

Il premio Nobel Ciechanover tra i dimissionari dell’advisory board: «L’Istituto è ormai distrutto, scelte brutali e inaccettabili»

Claudio Malfitano

Now it is all destroyed. Dice proprio “distrutto” Aaron Ciechanover. Non una persona qualsiasi ma il biologo israeliano, premio Nobel per la chimica nel 2004, che era tra i componenti del comitato scientifico del Vimm che si sono dimessi in protesta contro le scelte della governance della Fondazione sulla nomina «poco trasparente» di Pier Paolo Pandolfi a direttore scientifico dell’istituto di ricerca.

Un istituto distrutto, secondo Ciechanover, da salvare in tre mosse. E con una responsabilità diretta del presidente Francesco Pagano: «A questo punto dovrebbe fare un passo indietro, magari assumendo una posizione da emerito», spiega il biologo.

Le dimissioni del comitato

Facciamolo noi un passo indietro. Giovedì scorso è il presidente del comitato scientifico (scientific advisory board, in sigla Sab) Wolfgang Baumeister, biologo tedesco direttore del Max Planck Institute, a inviare una lettera agli altri 11 componenti per annunciare le dimissioni. È il gesto che fa esplodere il caso Pandolfi. E Ciechanover lo condivide in pieno, tanto che nella mail in cui aderisce alle dimissioni di massa commenta: «Padova è bellissima, ma sarebbe molto meglio da visitare senza queste brutte e brutali logiche politiche».

A bocce fredde, il biologo israeliano prosegue il suo ragionamento: «Il comitato scientifico era molto stimato e le dimissioni collettive sono rilevanti come protesta forte e chiara contro il modo in cui il nuovo direttore scientifico è stato nominato. Può un qualsiasi accademico accettare il fatto che un board non sia per nulla coinvolto nella scelta del direttore scientifico dell’istituto che sovraintende?», afferma Ciechanover a il mattino di Padova. Tanto che nella scelta del direttore scientifico uscente, Luca Scorrano, il board era stato fondamentale, «con una mossa che ha salvato l’istituto da una grossa crisi».

L’attacco a Pagano

Al biologo israeliano non è per nulla piaciuta la giustificazione del presidente della Fondazione Pagano, che ha chiarito come il board fosse comunque in scadenza. «La scadenza è a fine anno e c’è un sistema ordinato di sostituzione dei componenti. Anche perché l’incarico è personale, quindi ogni componente termina la sua funzione in una specifica data, non tutti allo stesso momento. Questo anche per preservare una continuità – prosegue –. Qui l’intero board si è dimesso per protestare con veemenza contro il comportamento brutale e inaccettabile del consiglio di amministrazione e del professor Pagano». Un giudizio netto: «Date le circostanze, il danno al Vimm e all’Università di Padova, e con essa all’intera comunità biomedica italiana, è grave».

I dubbi su Pandolfi

«Su Pandolfi non dirò una sola parola in più di questa – afferma Ciechanover – Le ombre sulla sua partenza da Harvard e su molte delle sue pubblicazioni avrebbero dovuto essere completamente cancellate prima che fosse iniziata una discussione sulla sua nomina al Vimm». Una nomina che, giudicata in inglese, was fundamentally erroneous, foggy, and therefore unacceptable.

come riformare il vimm

Il Nobel israeliano, dopo le dimissioni, non ha nessuna intenzione di tornare al Vimm: «Per quanto mi riguarda sono fuori – chiarisce – Oltre a condurre le mie ricerche, ora vedo il mio ruolo nell’aiutare altre istituzioni ad avanzare e giocare un ruolo nella piattaforma internazionale della scienza e della tecnologia».

Ma suggerisce tre passi per salvare l’istituto padovano: «Uno: l’intero processo deve essere invertito – chiarisce – Due: il professor Pagano deve fare un passo indietro, forse assumendo una posizione di emerito. E tre: i ruoli del comitato scientifico e della Fondazione devono essere ridefiniti in modo chiaro». —

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