Vittorio Tabacchi si schiera «Bitonci serve ancora a Padova»

«Mi auguro che Bitonci torni ad essere il sindaco di Padova». Quando manca appena un mese al voto, il candidato leghista incassa un endorsement di quelli che pesano. Parliamo dell’ex numero uno della Safilo, il 78enne ingegnere “degli occhi” Vittorio Tabacchi, che già nel 2014 aveva sostenuto la candidatura di Massimo Bitonci assieme al fratello Giuliano e alla sua famiglia, finanziando perfino la campagna elettorale con un assegno da 6.500 euro. «Ad essere sinceri finora non mi è stato chiesto di contribuire di nuovo, ma non avrei problemi perché considero l’amministrazione Bitonci la migliore degli ultimi 25 anni» ha risposto Tabacchi.
Una costante nella politica dell’ex sindaco, oggi utilizzata continuamente anche durante l’estenuante campagna elettorale, è la realizzazione del nuovo ospedale di Padova. È quella la forza di Bitonci per Tabacchi, convinto che quella possa essere la medaglia da appuntarsi al petto, quando e se il leghista dovesse tornare a Palazzo Moroni e portare a termine il progetto: «Ormai non ricordo neanche più quanto tempo è passato dalla prima volta in cui ho sentito parlare di nuovo ospedale in questa città e non è mai stato fatto nulla. Se osserviamo quello che è accaduto nel resto della regione, tutti si sono mossi e lo hanno realizzato, mentre Padova, che è storicamente nota tra le capitali della medicina, è ferma al palo. Bitonci invece è arrivato ad un passo dalla firma, prima che di notte lo sfiduciassero dal notaio».
Non c’è solo l’ospedale però? «No, ma lui ha rispettato le promesse fatte in campagna elettorale. Ha realizzato opere e portato avanti politiche che nessuna delle amministrazioni comunali precedenti aveva prodotto», la risposta di Tabacchi.
Padova sta subendo una forte crisi dell’industria manufatturiera, soprattutto se rapportata ad altre province venete. Tabacchi, da ex amministratore delegato di uno dei colossi della produzione di occhiali, conosce bene la genesi: «Padova ha un maggiore presenza di artigiani e piccoli industriali rispetto alle altre città venete, ed io credo sia già passato il periodo peggiore – ha risposto – Però è ovvio che negli ultimi dieci anni il problema è stato più che altro dovuto alla mancanza di domanda. Se le imprese non hanno ordini non riescono a pagare gli stipendi agli operai, che poi sono quelli che comprano i prodotti».
I prossimi amministratori dovranno confrontarsi proprio con le attuali condizioni: «La prima cosa da fare è quella di produrre a Padova, perché è il lavoro che genera economia e quindi bisogna prendere esempio da Trump che sta attuando questa politica negli Stati Uniti. L’amministrazione pubblica deve creare infrastrutture per poi alimentare questa nuova fase. Su questo devo dire che è stato fatto molto poco negli ultimi anni».
Intanto Safilo viaggia a meno 21,3% per il fatturato del primo trimestre: «È solo un problema tecnico dovuto ai nuovi sistemi. Nel secondo trimestre i fatturati reali emergeranno» ha garantito l’ex patron, uscito dall’azienda ormai due anni fa.
Luca Preziusi
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