Monsignor Battocchio è il nuovo vescovo di Vittorio Veneto: «Sogno una città della pace»
Solenne insediamento nella Cattedrale di Ceneda per monsignor Riccardo Battocchio, nuovo vescovo di Vittorio Veneto. Alla presenza di cardinali, vescovi e centinaia di fedeli, il patriarca Moraglia gli consegna i simboli episcopali

Sono le 17.46, la Cattedrale e Piazza Ceneda si riempiono di un fragoroso applauso. Il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ha appena consegnato al nuovo a don Riccardo Battocchio l’anello, la mitria, la croce, il pastorale. Battocchio sale sulla cattedra di San Tiziano e diventa così il nuovo vescovo di Vittorio Veneto.
Solenne la celebrazione (di ben due ore e mezza) che l’ha insediato, alla presenza di 28 vescovi, due cardinali, 180 preti, più di un migliaio di fedeli non solo di Vittorio Veneto ma anche della diocesi di Padova e della terra bassanese, dove don Riccardo è nato. Oltre che da Roma, dove Battocchio è stato rettore del Collegio Capranica.

«La pace è la priorità per tutti e soprattutto per la Chiesa» ha detto, con tono deciso, monsignor Moraglia. Al termine della liturgia abbiamo chiesto a monsignor Battocchio se arrivando nella “Città della Vittoria” (Prima Guerra Mondiale) vuol essere il vescovo della “Città della pace”. «Sì, è un desiderio grande che condivido con tanti fratelli, con tanti uomini di buona volontà. Sappiamo tutti le difficoltà del presente: ci sono momenti dove sembra vicina la soluzione e altri dove pare che sia allontani, però non venga meno il desiderio per la pace – è il suo augurio – che si attua non solo nei rapporti internazionali ma anche in quelli interpersonali, nell’interiorità di ciascuno di noi». E dopo il vescovo ci confida che «vorrò visitare quanto prima il Museo della Battaglia e confido che diventi il Museo della Pace».
La sindaca Mirella Balliana, che gli ha appena partecipato il benvenuto della comunità civile, raccoglie e rilancia: «Siamo pronti ad operare insieme per promuovere i grandi valori che questa città della pace desidera condividere con tante altre città del mondo».
La cattedrale di Vittorio Veneto non è riuscita a contenere tutti i presenti per cui si è trasformata in una navata del tempio anche Piazza Ceneda, con almeno 500 persone che hanno assistito al solenne rito davanti ad un maxischermo.

In Piazza anche tre bandiere della Palestina portate dai rappresentanti di alcune associazioni. Il patriarca, i cardinali ed i vescovi, tra cui monsignor Giacinto Marcuzzo, una vita in missione in Terra Santa e in particolare in Palestina, le hanno osservate pensosi. «Caro vescovo Riccardo – così si è rivolto il patriarca a mons. Battocchio -, oggi la Chiesa in un contesto crescente di secolarizzazione ha bisogno di pastori che abitino la carità di Cristo, cioè che preghino, che guardino ai poveri, agli umili, a quelli che hanno smarrito il senso della vita. Carità materiale e spirituale ma anche carità della verità».
Moraglia, nella sua omelia, ha fatto riferimento anche al cammino sinodale della Chiesa italiana ed universale (per il quale Battocchio è stato collaboratore di Papa Francesco) e all’anno giubilare: «Sono indicazioni chiare che il Signore ti dà».
Battocchio, dal conto suo, ha chiarito, prima ai fedeli e poi ai giornalisti: «Io arrivo per imparare, non ho mai fatto il vescovo prima. So che ci saranno tante persone da cui potrò appunto imparare». Sia il patriarca che il nuovo vescovo hanno omaggiato monsignor Corrado Pizziolo che ha lasciato la diocesi di Vittorio Veneto il 31 gennaio per recarsi in missione in Brasile. Battocchio gli ha telefonato sabato sera.

Il patriarca ha ricordato che monsignor Pizziolo «terminato il suo servizio episcopale, ha intrapreso con grande coraggio un’esperienza missionaria in Brasile per sostenere il progetto diocesano che prevede uno scambio reciproco di preti tra chiese». Al termine della celebrazione, monsignor Battocchio ha incontrato le autorità, tra le quali il prefetto Sidoti, il sindaco Balliana, il consigliere regionale Bet, i comandanti delle Forze dell’Ordine e il vice questore di Treviso. Conversando con i giornalisti, ha confidato di essere stato accompagnato in queste settimane a Roma da un disegno di un bambino della parrocchia diocesana di Ceggia che gli ha inviato un disegno con l’augurio “ti aspettiamo”.
Presente alla celebrazione anche il segretario interprovinciale della Cisl, Francesco Orru, che ha inviato a Battocchio un messaggio: «Siamo certi che il suo ministero sarà ricco di frutti e di pace. Desideriamo incontrarla presto avendo ben chiaro quanto la Chiesa cattolica riconosca l’importanza del lavoro come elemento fondamentale per la realizzazione dell’uomo».
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