Volpato, la morte era in agguato sull'A27
La famiglia si chiude nel dolore: «Era un guidatore prudente, ma a volte non basta»

LE IMMAGINI DELLA TRAGEDIA. A sinistra il camioncino contro cui si è schiantato Roberto Volpato A destra il suo Citroen Nemo distrutto
NOVENTA PADOVANA.
Si sono chiusi increduli nel dolore i famigliari di Roberto Volpato, ennesima vittima della strada. Aveva 60 anni e con la moglie Luigina abitava in una villetta di via Cellini 38, a Noventa Padovana. Tecnico specializzato nel montaggio e nella riparazione di macchinari per la lavorazione del legno, gestiva con la famiglia la Nordest Service, centro autorizzato per il montaggio e l'assistenza dalla casa produttrice, la Scm Group di Rimini. Venerdì era partito alle 6 del mattino: in provincia Treviso doveva riparare i macchinari di un paio di clienti. Completato il lavoro, a sera si era messo sulla strada del ritorno. «Doveva finire presto e rincasare prima del buio», ricorda la nuora. Il destino, purtroppo, attendeva Roberto Volpato sull'autostrada A27: alle 20, all'altezza del ponte di Santa Lucia di Piave, l'incidente che gli ha stroncato la vita. Secondo la ricostruzione della polizia stradale, aveva appena iniziato la salita quando si è trovato davanti un autocarro fermo sulla corsia di destra. Il mezzo era in avaria e si era bloccato proprio in un punto pericolosissimo perché non c'è la corsia di emergenza. Volpato con il suo Citroen Nemo, ci è finito addosso. L'impatto è stato talmente violento che il furgoncino si è spezzato in due e per il conducente non c'è stato scampo. Per estrarre Volpato dalle lamiere sono dovuti intervenire i vigili del fuoco. Un'operazione, insieme alla rimozione dei due mezzi distrutti, che ha di fatto bloccato l'autostrada e formato una coda di oltre cinque chilometri. La salma dello sfortunato tecnico è stata portata all'ospedale di Conegliano e messa a disposizione dell'autorità giudiziaria. E' toccato ai carabinieri di Noventa, verso le 22, informare la famiglia della tragedia. Per la moglie, che aveva la cena pronta, è stato uno choc. «Mio suocero era il punto di riferimento della famiglia, era legatissimo ai due figli, adorava i nipotini» ricorda la nuora. Venerdì era all'estero con il figlio più piccolo per seguire un ramo dell'azienda, ieri mattina è rientrata in tutta fretta. «La prima parola che ha pronunciato mio figlio scendendo dall'aereo è stata per lui: nonno Berto, nonno Berto - racconta commossa -. Quello che posso aggiungere è che al volante era prudente. Ma le precauzioni, a volte, non servono». La famiglia rimane in attesa del nulla osta per poter definire la data del funerale.
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