Volto deturpato alla modella chirurgo sotto processo

ABANO TERME. Un chirurgo estetico è finito a processo per lesioni colpose gravissime davanti al giudice padovano Laura Alcaro. L’udienza è fissata per il prossimo 30 marzo: imputato il dottor Massimo Rambotti, 59enne di Foligno in provincia di Perugia, all’epoca dei fatti in servizio nella Clinica Gruppo Orchidea di Abano Terme situata in piazza del Sole e della Pace fino all’agosto 2012, anno della chiusura.
Addio alle rughe con un bel ringiovanimento del volto ed eliminazione delle piccole imperfezioni generate anche da un problema di acne giovanile: è l’intervento di resurfacing al quale si era sottoposta una modella originaria di Modena, classe 1973. Obiettivo: un volto perfetto in vista della partecipazione a fiere e mercati per conto di una ditta specializzata nella vendita di attrezzature nel campo della cosmesi e dei prodotti di bellezza.
La modella era stata assoldata come volto-immagine destinato a mostrare i miracoli prodotti da quelle apparecchiature. Ecco perchè si era rivolta al medico prima per avere una consulenza, poi per l’operazione. Operazione eseguita il 31 gennaio 2012 con l’utilizzo del laser e un prelievo cutaneo nella parte anteriore della coscia, indispensabile per procedere a un innesto di pelle e facilitare così la formazione di nuova epidermide sul volto secondo il metodo di autotrapianto Recell (si tratta di una nuova metodica chirurgica di trapianto cutaneo che parte da un piccolissimo prelievo di cute autologa).
Il risultato? Molto lontano dalle aspettative. Il bel viso resta deturpato da lesioni gravissime «con danneggiamento sia superficiale che più in profondità della pelle tale da non permettere una corretta rigenerazione del tessuto», si legge nel capo d’imputazione. Non solo: anche la coscia resta “marchiata” da una vistosa cicatrice. Il 25 giugno 2012 per la donna la dolorosa sentenza scritta dal professor Domenico Vasapollo di Bologna, consulente della parte offesa: «Dopo il trattamento laser si è sviluppata, in breve tempo, la formazione di lesioni e croste di marcata entità... Tale danno è, con alta probabilità, da imputarsi a errore di settaggio e /o di impostazione del laser».
Nella denuncia la donna aveva sottolineato che il prelievo di cute nella regione anteriore della coscia le aveva procurato un danno estetico non di poco conto, tenendo conto della sua professione. E il pubblico ministero Benedetto Roberti, che ha spedito a processo il chirurgo, ha contestato al dottor Rambotti negligenza, imperizia e il mancato rispetto di doverose regole di condotta per non aver verificato la corretta impostazione (o settaggio) del laser. Ma pure un errore terapeutico nel modo in cui il laser era stato impiegato sul viso della paziente e le modalità delle visite di controllo svolte «anche in ambienti non idonei... come stazioni autostradali», annota sempre l’accusa.
Il chirurgo sarà difeso dai legali Ruggero Stincardini e Maila Rocchi, mentre solo il padre della modella si è costituito parte civile affidando la propria tutela al penalista Pietro Someda. La donna avvierà una separata causa civile per ottenere il risarcimento dei danni.
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