Yacht Blue Eyes dissequestrato Dino Tabacchi vince il ricorso

DINO TABACCHI Il patron della Salmoiraghi sta uscendo dall’indagine della Finanza Sopra, uno yacht a Venezia
La procura di La Spezia ha disposto la restituzione e quindi il dissequestro dello yacht Blue Eyes, un panfilo di 60 metri ufficialmente appartenente ad una società con sede legale a Genova ma, secondo gli investigatori, di proprietà di Dino Tabacchi, a capo della catena di negozi Salmoiraghi, e di sua moglie Clelia Sabella. È stato revocato quindi il sequestro preventivo del 12 ottobre scorso: provvedimento scattato come conseguenza dell'indagine della Guardia di finanza. Ciò che la famiglia ha sempre sostenuto in sede difensiva, sta trovando riscontri oggettivi.
Il fermo era stato ordinato dalla procura di La Spezia con una contestazione simile a quella che, all'inizio dell'estate, portò al sequestro dello yacht di Flavio Briatore: mancato pagamento delle accise sul gasolio, dunque evasione fiscale. La legge prevede che gli yacht registrati come unità commerciali, quindi esclusivamente dedite a charter e crociere, beneficino di consistenti sgravi fiscali. In un primo momento i controlli dei finanzieri avrebbero permesso di scoprire che, in realtà, le imbarcazioni venivano utilizzate in parte o esclusivamente dai reali proprietari per le proprie vacanze. Qualche giorno dopo il sequestro i legali della famiglia Tabacchi (Alessandro D'Ippolito, Davide Steccanella e Andrea Corradino) avevano posto l'accento su un carteggio in loro possesso, con cui si dimostrava come la famiglia Tabacchi avesse chiesto spiegazioni specifiche all'Agenzia delle Entrate per ottenere chiare ed univoche indicazioni sul trattamento fiscale da riservare alle operazioni di noleggio nautico, incluse quelle in cui gli utilizzatori delle imbarcazioni sarebbero risultati gli stessi soci. La direzione dell'Agenzia, con formale risposta il 27 luglio 2004, confermava, tra l'altro, come i contratti di noleggio stipulati a favore dei soci fossero fiscalmente efficaci purché «tale utilizzo non avvenisse gratuitamente o verso un corrispettivo inferiore al valore normale del bene». I legali della famiglia hanno sempre tenuto a sottolineare: «La società e i suoi amministratori si sono scrupolosamente attenuti alle risultanze dell'interpello, il cui contenuto, tra l'altro, è vincolante per la stessa Amministrazione finanziaria, come previsto dallo statuto del Contribuente e confermato recentemente dalla Suprema Corte di Cassazione». Il dissequestro dell'imbarcazione sembra dare loro ragione.
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