Zampieri: «Conta il buon senso non l’età»

Entra nella polemica ma in punta di piedi. Chiede “buon senso” senza fare sconti né ai giovani né agli anziani. E da ex assessore agli impianti sportivi conosce bene sia l’Euganeo che il Plebiscito. Per Umberto Zampieri il progetto della giunta di spostare il calcio all’Arcella è «uno spreco immenso di denaro pubblico, tre milioni di euro. E rischia di creare un caos ingovernabile per il traffico della zona nord e una convivenza impraticabile con gli impianti sportivi già esistenti». Non solo: «È evidente che 3 milioni comunque non basteranno: basta sapere quanto costa l’installazione dei sistemi di sicurezza obbligatori per impianti dedicati al calcio professionistico».
Per il capogruppo del Pd «Padova ha già uno stadio, per quanto da migliorare. E mentre la giunta spende, il Calcio Padova ha fatto sapere di essere interessato a trovare fondi privati. Che, scopriamo, proverrebbero dalla Mantovani. E la cosa inquieta: negli stessi giorni nei quali lo staff di Cantone blocca la fornitura della nave-scandalo per la manutenzione delle paratie del Mose, a Padova il nome di questa azienda viene riproposto per un’operazione milionaria. Eppure, disporre di investimenti privati per lo sport sarebbe fondamentale, ma alla condizione che vengano subordinati all’interesse pubblico».
Il quadro che emerge dalle operazioni urbanistiche in corso in città non piace al capogruppo dem: «A Padova chi sono gli attori delle scelte strategiche? Il controllo e il comando pubblico sono solidi e adeguati? Operano nel nome del “bene comune”? Si sta valutando con attenzione che Veneto lasceremo ai nostri figli? A queste domande sarebbe opportuno rispondere non querelando gli avversari politici, ma con caparbia serietà e trasparenza», chiarisce Zampieri.
Risposte però che sembrano non essere chiare nemmeno all’interno del suo stesso partito. «Il Pd sta scontando l'assenza di discussione seguita alle sconfitte delle comunali e delle regionali: è calato un silenzio imbarazzato su quanto è accaduto, senza un ragionamento condiviso su come ripartire. In questa situazione, che spero prima o poi si possa discutere nelle sedi appropriate, sarebbe utile rafforzare il profilo propositivo del Pd. Dobbiamo evitare di apparire agli elettori come una forza concentrata a dire molti no, senza una visione alternativa di governo».
«Una visione che deve maturare dal confronto interno e dal rapporto con pezzi della società, come si sta provando a fare con le assemblee di “Padova Domani” – sottolinea Zampieri – È poco appassionante il dibattito se i “vecchi” siano ancora utili e i “giovani” abbastanza bravi. Mi auguro ci si possa ritrovare tutti intorno ad un concetto di buonsenso, che ruota intorno all'idea che per vincere bisogna essere maggioranza. Per farlo servono le intelligenze di tutti, e la loro qualità non è legata al dato anagrafico».
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