Africa Unite al Rivolta Reggae all’italiana in tour

MARGHERA. Gli inossidabili Africa Unite, pionieri del reggae all’italiana, domani saranno protagonisti al centro sociale Rivolta di Marghera con “Il punto di partenza Tour”. Apertura dei cancelli alle 21, ingresso 10 euro, il concerto sarà preceduto dal Dj Mr. Robinson e dagli Anima Caribe.
La storica band, nata nel 1981 a Pinerolo, da un’idea di Bunna, alias Vitale Bonino, e “Madaski” all’anagrafe Francesco Caudullo, continua a rappresentare una delle realtà più interessanti del panorama reggae italiano. Presenteranno dal vivo le canzoni dell’ultimo disco “Il Punto di Partenza”, che in un anno è stato scaricato gratuitamente oltre 45.000 volte. L’album, inoltre, ha ottenenuto due nomination per la targa Tenco. Bunna (voce e chitarra) e Madaski (tastiere e voce), inoltre, con la formazione a otto compresa una vigorosa sezione fiati, non mancheranno di interpretare i successi della loro carriera, tratti da dischi come “Llaka”, “Mjekrari”, “People Pie”, “Babilonia e poesia”, “Un sole che brucia”, “Il gioco”, “Vibra”, “20”, “Mentre fuori piove”, “Controlli e “Rootz”. Il cantante degli Africa recentemente parlando dell’ultimo album ha detto: «In tanti anni di attività sono cambiate molte cose. Quando abbiamo iniziato c’erano le cassette e i vinili, ora persino i cd sono obsoleti. Quindi, è il caso di cominciare a proporre la musica in un modo più attuale. Così, abbiamo deciso di pubblicare il disco in downloading gratuito, per far sì che la musica circoli liberamente nella speranza che possa portare più gente possibile ai concerti. Il concerto alla fine è l’esperienza più importante, non è come un cd che lo puoi anche copiare, ci devi essere per viverlo in prima persona. Sinora il disco è stato scaricato da tanta gente e ai concerti che stanno andando molto bene, vengono fan di tutte le generazioni che cantano i nuovi brani. Questo ci fa pensare che la nostra iniziativa sia stata apprezzata». «Con la canzone “L’esercito con gli occhiali a specchio”», ha aggiunto Bunna, «non volevamo criticare i social in toto ma dire che sarebbe importante usarli in modo consapevole, magari per amplificare delle situazioni reali e non per chiudersi all’interno di un mondo virtuale». Ancora, con “Riflessioni” gli Africa Unite hanno smontato alcuni dei luoghi comuni legati al mondo del reggae anche se non sarebbero disposti a rinunciare a i capelli alla giamaicana. «I dreadlocks», spiega Bunna «li abbiamo sempre intesi come un elemento che esteticamente ci piace e basta. Magari qualcuno ci legge un’aderenza alla religione rastafari ma non è così. Si può abbracciare il reggae senza condividerne tutto. Cantare in lingua patois, scimmiottando i giamaicani, non ci appartiene. Il nostro pubblico di riferimento è sempre stato italiano e per noi è fondamentale cantare nella nostra lingua».
Michele Bugliari
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